Guadagnolo sul Monte Guadagnolo

Guadagnolo
Guadagnolo

Il Monte Guadagnolo (1.218 m s.l.m.) è la montagna più alta dei Monti Prenestini nel Subappennino laziale.

Coperto da vegetazione boscosa soprattutto a nord, lasciando scoperta la parte sommitale prativa, mentre ad est si apre un piccolo altopiano (Prati del Guadagnolo), in cima alla montagna si trova la frazione Guadagnolo di Capranica Prenestina e a poche decine di metri dall’abitato, alcune pareti rocciose sono meta frequente di arrampicatori laziali, mentre poco più in basso, sul versante est, è posto invece il Santuario della Mentorella.

La cima si raggiunge facilmente tramite una strada asfaltata salendo da ovest da Palestrina oppure da Casape ed è uno dei punti più panoramici che guardano verso la città di Roma, assieme al Monte Gennaro, al Tuscolo e a Monte Cavo: dalla cima la vista spazia infatti a est verso i Monti Ruffi e i Monti Affilani a nord verso i Monti Tiburtini, i Monti Lucretili, la campagna romana e la Capitale con una prominenza di circa 1000 metri di dislivello dal fondovalle, a ovest verso i Colli Albani, a sud verso la Valle del Sacco.

Monte Guadagnolo. (22 settembre 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 8 gennaio 2021, 10:25 da it.wikipedia.org

Guadagnolo è l’unica frazione del comune di Capranica Prenestina, da cui dista 9,6 chilometri, nella città metropolitana di Roma Capitale. Si trova su un monte calcareo (il Monte Guadagnolo) ed è il centro abitato (non comunale) più alto del Lazio.

Poco distante, sul versante est ad una quota più bassa, è presente il Santuario della Mentorella, meta di frequenti pellegrinaggi.

Guadagnolo. (17 novembre 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 8 gennaio 2021, 10:24 da it.wikipedia.org

Immagine | Meteo Palestrina

Castell’Azzara sul Monte Amiata

Castell'Azzara - Vista Panoramica
Castell’Azzara – Vista Panoramica
Castell'Azzara - Vista sul Monte Amiata
Castell’Azzara – Vista sul Monte Amiata

Castell’Azzara è un comune italiano di 1 369 abitanti della provincia di Grosseto in Toscana.

Il territorio comunale di Castell’Azzara si estende tra le pendici meridionali del cono vulcanico del Monte Amiata, fino alla sponda settentrionale dell’area del Tufo e alla valle del fiume Paglia. L’area settentrionale ed occidentale del territorio comunale ha avuto in passato una certa importanza per i giacimenti minerari, soprattutto di cinabro, che erano noti fin dall’antichità.

I limiti amministrativi vedono confinare Castell’Azzara a nord con il comune di Piancastagnaio e la provincia di Siena, a est e sud-est con il comune di Sorano, a sud-ovest con il comune di Semproniano e a nord-ovest con il comune di Santa Fiora.

Il territorio comunale ha un dislivello variabile tra i 353 metri s.l.m. che si registrano presso la Villa Sforzesca e i 1.107 metri s.l.m. della vetta del Monte Civitella che si eleva a ovest del centro abitato di Castell’Azzara, separandolo da quello della frazione di Selvena. In particolare, la parte settentrionale, centrale e occidentale del territorio comunale, che includono anche il centro di Castell’Azzara e quello della frazione di Selvena, risultano essere quasi interamente montuose; la rimanente parte meridionale ed orientale oscilla generalmente su quote collinari, più elevate verso sud e più basse verso est dove la valle del Paglia fa segnare valori altimetrici simili a quelli di quasi tutta l’area del Tufo, con la quale risulta in continuità su questo versante. La sede comunale, trovandosi a 815 m di altitudine, risulta la più elevata di tutta la provincia.

Il clima di Castell’Azzara è influenzato dall’altitudine; ciò nonostante, la posizione a sud-est del cono vulcanico amiatino, fa sì che la temperatura sia relativamente meno fredda rispetto alle medesime quote del versante opposto.

In base ai dati medi disponibili per il trentennio 1951-1980 forniti unicamente da una stazione meteorologica situata presso la località di Selvena e di seguito riportati nella tabella, la temperatura media annua si aggira sui +12,2 °C a 640 metri s.l.m., mentre le precipitazioni medie annue risultano abbondanti, oltre i 1.400 mm, favorite quasi certamente dall’effetto stau rispetto ai venti occidentali (Monte Civitella) e a quelli provenienti dai quadranti meridionali (cono vulcanico del Monte Amiata), oltre alla probabilità di temporali termoconvettivi estivi, vista la vicinanza di rilievi montuosi ben organizzati. Valori termometrici maggiori e pluviometrici sensibilmente minori sono ipotizzabili nell’area della Villa Sforzesca, situata a est delle vette montuose ad una quota di bassa collina.

I 2689 gradi giorno registrati nel centro di Castell’Azzara hanno fatto includere l’intero territorio comunale in zona E, consentendo l’accensione degli impianti di riscaldamento per un massimo di 14 ore giornaliere tra il 15 ottobre e il 15 aprile.

Sorto negli anni tra l’XI e il XII secolo, Castell’Azzara è ricordato nel 1216 come appartenente al contado aldobrandesco del ramo di Santa Fiora e fu da sempre nelle mire delle città confinanti di Siena e Orvieto. Nel 1297 divenne territorio della famiglia orvietana dei Baschi, fino a ritornare agli Aldobrandeschi fino al 1439, quando passò alla famiglia Sforza in seguito al matrimonio tra Cecilia Aldobrandeschi e Bosio Sforza. Castell’Azzara seguì da allora il destino della vicina Santa Fiora, finendo poi annesso al Granducato di Toscana nel XVII secolo. Alla fine del XVIII secolo la famiglia Menichetti divenne feudataria degli Sforza, unendosi poi con i Conti Ricci, e mantenendo, come Ricci Menichetti, una presenza importante fino all’inizio del XX secolo.

Importante centro minerario tra XIX e XX secolo, è oggi un piccolo borgo poco popolato arroccato sulle pendici orientali del Monte Civitella.

Il comune di Castell’Azzara possiede una sola frazione, mentre gli altri centri abitati del territorio sono identificati come località e borgate.

Selvena, unica frazione del comune di Castell’Azzara, è nata a partire dal XVII secolo nel luogo dove sorgeva l’antico insediamento alto-medievale di Rocca Silvana, del quale sono visibili i ruderi. Il paese è diviso nelle contrade di Belvedere, Borghetto e Molino

Il comune di Castell’Azzara non possiede linee ferroviarie e superstrade o strade statali all’interno del proprio territorio. La principale via di comunicazione è la strada provinciale 4 Pitigliano-Santa Fiora, che unisce i due paesi maremmani attraversando Castell’Azzara.

Castell’Azzara. (8 dicembre 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 5 gennaio 2021, 08:55 da it.wikipedia.org

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Malcesine – Val di Sogno

Malcesine - Val di Sogno
Malcesine – Val di Sogno

Malcesine (Malsésen in veneto e dialetto gardesano) è un comune italiano di 3 689 abitanti della provincia di Verona in Veneto. Nota località turistica sulla sponda veronese dell’alto lago di Garda, vanta il riconoscimento turistico-ambientale Bandiera arancione conferito dal Touring Club Italiano.

Malcesine dista circa 60 chilometri da Verona. Rispetto al capoluogo è in posizione nord-ovest ed è il comune più a nord della costa veronese del lago di Garda e della provincia stessa.

Il comune confina con altre due regioni, la Lombardia (provincia di Brescia) e il Trentino-Alto Adige (provincia di Trento).

L’area comunale presenta un forte dislivello, in quanto parte dall’altezza del lago (89 m s.l.m.) e arriva sulla cresta del Monte Baldo (2.218 m s.l.m.), coprendo una superficie di 69,29 km². Sul suo territorio, nella frazione di Cassone scorre uno dei fiumi che si possono considerare i più corti del mondo: il fiume Aril, lungo circa 175 metri.

Nel periodo invernale si sono raggiunti i -9 fino ad una massima di 5 gradi. L’estate è calda con temperature che arrivano ai 30° alleviate dai due venti principali, l’Ora che soffia da sud a nord e il Pelèr che soffia in senso opposto.

La prima comparsa del toponimo risale al 9 settembre 844, quando il termine Manessicelles risulta nel testamento dell’Arcidiacono Pacifico con il significato, secondo il Borsatti, di ai sepolcri dei morti: tale significato sarebbe corroborato dal ritrovamento di alcune sepolture in stile etrusco nei dintorni dell’abitato. Nel corso dei secoli si succedono molte varianti documentali: Manascicines (932), Malesicine (1023), Malesisicis (1154), Malesisinum (1159), Malasilice (1225), Malsexeno (1422), Malsesene (1611) per citarne solo alcune riportate dal Maffezzoli. L’etimologia del toponimo è tuttavia incerta, ruotando intorno all’interpretazione di Malae silices o Mala silex come “Pietra ostile” o “Cattiva pietra”, riferendosi probabilmente alla morfologia del territorio caratterizzata da monti scoscesi che si elevano sul lago, o come “Cattiva strada selciata” di origini romane.

L’economia è prevalentemente turistica con presenza di attività agricola legata in particolare alla produzione di olio di oliva, e di allevamento.

La coltivazione dell’olivo è da molti secoli una delle attività principali di Malcesine. Il Garda orientale risulta infatti una delle più importanti aree di produzione olearia dell’alto medioevo, anche in virtù delle donazioni di terreni che gli enti ecclesiastici ottengono dall’autorità imperiale allo scopo appunto di coltivarli: si trovano attestazioni di oliveti a partire dal IX-X secolo e si registra un crescente interesse per l’olivicoltura. Ad esempio, nel 993 gli affittuari del monastero di S. Zeno si impegnano a piantare ogni anno 24 piante di olivo a Malcesine, a fornire uomini per la raccolta e ad assicurare il trasporto dell’olio fino a Bardolino lungo il lago. È da ricordare che la destinazione principale dell’olio d’oliva nel medioevo era quella di tenere accese le lampade dell’apparato rituale delle chiese, assicurandone l’illuminazione: l’olio d’oliva era infatti ritenuto l’unico combustibile degno di questi luoghi sacri. L’uso sacramentale dell’olio è confermato anche dalla confezione di olii sacri per battesimo, cresima, estrema unzione e ordinazione sacerdotale. L’utilizzo alimentare era diffuso quasi esclusivamente tra i ceti signorili.

A partire dalla seconda metà del XX secolo con la diffusione dell’attività turistica, il conseguente abbandono dell’attività prevalentemente agricola, e l’eccessivo costo della manutenzione dei campi coltivati, delle piante e della raccolta delle olive, la quantità di olive molite e di olio prodotto è significativamente diminuita.

Una volta gli olivi erano alti 8-10 metri e la raccolta avveniva esclusivamente con l’uso dello scalino e di attrezzi manuali. Oggi le piante sono state abbassate a 5-6 metri per favorire una raccolta più semplice e veloce con l’uso di agevolatori e raccoglitori a batteria. Inoltre la comparsa di numerose malattie dell’olio, la principale delle quali è la mosca olearia, ha compromesso negli ultimi anni il raccolto e la conseguente produzione e messa alla vendita di olio extravergine. Il responsabile di questa malattia è un insetto che in condizioni climatiche ad esso favorevoli, ad esempio temperature miti in inverno e molto umide in estate, danneggia il frutto in fase di maturazione. Infine a causa di un’intensa speculazione edilizia sono stati tagliati molti olivi passando da un totale di 70.000 olivi degli anni 80-90 a circa 50-55.000 dei nostri giorni. La media di olive molite nell’ultimo decennio è di circa 5.000 quintali all’anno, con picchi di 7000-7200 negli anni migliori, a 2.000 in quelli più problematici.

Il comune di Malcesine è attraversato, da sud a nord, dalla ex SS249 Gardesana Orientale, arteria che collega tutte le località rivierasche della sponda veronese fino a Riva del Garda (TN).

A poca distanza dal centro di Malcesine si trova l’omonimo porticciolo, da cui partono giornalmente traghetti e battelli che raggiungono la località di Limone sul Garda, sulla sponda bresciana del lago.

Malcesine. (2 ottobre 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 7 gennaio 2021, 13:59 da it.wikipedia.org

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