Monte Cridola da Laggio di Cadore

Sesto Val Pusteria

Monte Cridola
Monte Cridola

Il monte Cridola (La Crìdule in friulano, Cròde de Medodì in Ladino cadorino) è una montagna delle Alpi Orientali (precisamente Dolomiti Friulane e d’Oltrepiave) alta 2.581 m (cima est), ed è situato nella zona denominata Oltrepiave a cavallo tra i comuni di Lorenzago di Cadore, Forni di Sopra e Domegge di Cadore.

I limiti morfo-idrografici naturali ed i confini amministrativi appartengono alla provincia di Belluno benché oltre la tacca parte del suo massiccio si trovi in provincia di Udine (comune di Forni di Sopra) all’interno del Parco naturale delle Dolomiti Friulane. Dal 26 giugno 2009, il gruppo del Cridola è stato inserito nella lista del patrimonio mondiale naturale dell’Unesco assieme a tutto il complesso dolomitico.

Il gruppo del monte Cridola che è iscritto nella lista dei siti di importanza comunitaria (SIC – IT3230080) verrebbe drammaticamente coinvolto, qualora il collegamento tra le autostrade A27 (Venezia – Belluno) ed A23 (Palmanova – Tarvisio) dovesse essere realizzato. Infatti, il tracciato proposto avrebbe conseguenze devastanti sull’alto grado di naturalità e singolarità paesaggistica (già riconosciuta dall’Unesco) violando nel contempo la Convenzione per la protezione delle Alpi ratificata dall’Italia nel 1999 ed entrata in vigore nel marzo 2000. Varie associazioni tra le quali il WWF e Mountain Wilderness Italia. si oppongono alla realizzazione dei vari tratti di autostrada.

Alla cima, raggiunta per la prima volta da Julius Kugy assieme alla guida Pacifico Zandegiacomo Orsolina nel 1884, si arriva da Forni di Sopra partendo dal rifugio Giaf, da Lorenzago attraverso la Valle del Cridola, il sentiero dei Fornate, dal Passo Mauria seguendo il sentiero Olivato che porta al Bivacco Vaccari per poi salire in cima percorrendo un’erta forcella denominata “Tacca” dal versante nord e dal rif. Padova percorrendo la valle Pra di Toro seguendo il sentiero 346 fino a svoltare verso la “Tacca” dal versante sud.

Si può arrivare alla cima del monte dal versante friulano partendo dal rifugio Giaf e raggiungendo l’omonima forcella. Il sentiero si snoda prima tra abeti, poi tra larici e pini mughi ed infine su ghiaione. Dalla forcella si sale attraverso un ripido ghiaione circondato da spettacolari torrioni e guglie in direzione della tacca che si raggiunge circa in un’ora e mezza. Tornando indietro si può percorre lo stesso percorso dell’andata al ritroso o si può raggiungere il bivacco Vaccari, situato in un prato pianeggiante circondato dalle pareti dolomitiche con una vista sulle Tre Cime di Lavaredo, sulle Dolomiti di Sesto e sulle Marmarole.

Monte Cridola. (20 maggio 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 8 luglio 2020, 09:21 da it.wikipedia.org

Immagine | Laggiodicadore.it

Laggio di Cadore

Laggio di Cadore - Vista dal campanile
Laggio di Cadore – Vista dal campanile
Laggio di Cadore - Vista sul paese
Laggio di Cadore – Vista sul paese

Laggio di Cadore (Lajo in ladino) è una frazione del comune italiano di Vigo di Cadore, in provincia di Belluno. Il paese è limitato ad un’estremità dal Rin di Laggio e dall’altra dai massicci del Tudaio e dello Schiavone. È citata a partire dal 1186 come Laglum.

Chiesa di Santa Margherita
Costruita nel 1205 circa, è l’unica testimonianza artistica sopravvissuta al pauroso incendio del 1705 che distrusse l’antico borgo di Salagona. Raro esempio di arte medievale è tra le chiese più antiche del Cadore. L’edificio consta di un’aula rettangolare, senza abside, con soffitto a cassettoni in legno di larice e decorato a rosoni. Il tetto, in scandolette e molto sporgente sulla facciata, è ingentilito da un campaniletto a fumaiolo. Sulla facciata si aprono la porta e due finestre a diverso livello, mentre un’altra finestra è ricavata nella parete sud. Pregevoli gli affreschi trecenteschi che adornano le pareti interne. L’altare ligneo, tolto negli anni sessanta, è opera di Gerolamo Camuzzo.
Certamente alla chiesa si faceva capo per pregare prima di salire agli alpeggi e la devozione e i bisogni di quelle antiche genti traspaiono dagli stessi santi in essa raffigurati: Santa Margherita patrona delle partorienti, Sant’Anna protettrice delle donne incinte, Sant’Anastasia invocata contro gli avvelenamenti, San Cristoforo amico dei viandanti e dei boscaioli, e Santa Susanna, invocata per respingere i lupi.

Chiesa di Sant’Antonio
Il principale luogo di culto di Laggio, dedicato a Sant’Antonio abate, venne iniziato il 10 gennaio 1454 per opera di Giacomo Di Salagona. La chiesa ha subito vari incendi tra il 1457 e il 1547.

Chiesa di San Daniele
La chiesa alpina di San Daniele (1.197 m s.l.m.) è stata costruita su una rupe nel 1862, probabilmente dove in epoca romana esisteva una torre d’osservazione, sul Col de Poeca; è stata restaurata nella primavera del 1984.

Laggio. (6 maggio 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 8 luglio 2020, 08:42 da it.wikipedia.org

Immagine | Laggiodicadore.it