Passo dei Due Santi

Vista sugli impianti
Passo dei Due Santi – Vista sugli impianti
Passo dei Due Santi - Vista Campo Scuola
Vista Campo Scuola
Vista sul Piazzale
Vista sul Piazzale

Il passo dei Due Santi, precedentemente chiamato passo del Faggio Crociato, è un valico a 1392 m s.l.m. dell’Appennino parmense (facente parte dell’Appennino Settentrionale), che collega il territorio di Albareto a quello di Zeri, ossia la provincia di Parma a quella di Massa Carrara.

Il nome si fa risalire a due statue della Beata Vergine Maria e di Sant’Antonio di Padova erette nella zona. In prossimità del passo si trova la stazione sciistica di Zum Zeri-Passo dei Due Santi.

Passo dei Due Santi. (17 luglio 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 5 gennaio 2021, 14:49 da it.wikipedia.org

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Val di Luce o Valle delle Pozze

Val di Luce - Partenza Piste
Val di Luce – Partenza Piste

Val di Luce - Piazza
Val di Luce – Piazza

Campo Scuola Sprella
Campo Scuola Sprella
Rifugio Le Rocce
Rifugio Le Rocce
Piazzale
Piazzale

La Valle delle Pozze (impropriamente detta Val di Luce) è situata nell’Appennino tosco-emiliano, nella parte più settentrionale ed elevata della Provincia di Pistoia ed è percorsa dal Rio Le Pozze, affluente del torrente Scoltenna, tributario del fiume Panaro, che s’immette nel fiume Po. Fino agli anni sessanta si chiamava Valle delle Pozze; successivamente furono realizzate varie piste di sci ed impianti di trasporto a fune, nonché un collegamento con il comprensorio sciistico di Abetone, cosicché fu denominata Val di Luce.

A Sud, la testata della valle è dominata dal monte Alpe Tre Potenze, alto 1940 metri s.l.m.; a Est il suo versante destro è delimitato dal crinale che si distacca dall’Alpe Tre Potenze e che prosegue verso Nord attraverso il Passo della Vecchia, il Monte Dente della Vecchia, il Passo della Fariola, il Monte Gomito, alto metri 1892 s.l.m., e che digrada poi verso i paesi di Faidello e Dogana Nuova, nella valle modenese del torrente Scoltenna, nel Frignano; a Ovest il suo versante sinistro è delimitato dal crinale che la separa dalla valle modenese delle Tagliole, percorsa dal torrente omonimo, crinale che fa anche da confine tra la Toscana e l’Emilia-Romagna; a Nord, la valle sbocca nella Valle dello Scoltenna, presso il paese di Fiumalbo e la strada statale 12 dell’Abetone e del Brennero. Dai 1940 metri s.l.m dell’Alpe Tre Potenze, presso la testata, fino all’immissione del Rio delle Pozze nello Scoltenna, a 1027 metri s.l.m., la Val di Luce presenta un dislivello di 913 metri ed una lunghezza di circa 8 km. Sotto la quota di circa 1550 metri s.l.m. la Val di Luce è coperta da boschi cedui e di alto fusto prevalentemente di faggio, poi di abete rosso ed abete bianco, nonché di acero di monte; oltre tale altezza, la vegetazione arborea cessa e s’incontrano estesi vaccinieti e brughiere di alta quota, prati-pascoli alternati a rocce affioranti nonché, nella parte più bassa, a pozze d’acqua ed acquitrini: tra essi spicca, proprio sotto la cime dell’Alpe Tre Potenze, il Lago Piatto.

La carreggiabile che percorre tutta la Val di Luce fino all’abitato ha una lunghezza di circa 5 km e proviene dal borgo di Faidello, che si trova sulla strada statale nº 12 dell’Abetone e del Brennero, a circa 4 km dal Passo di Abetone. A circa metà percorso si stacca verso Ovest l’antica strada ducale, oggi transitabile solo con veicoli fuoristrada, che aggira il Balzo delle Rose, alto 1789 metri s.l.m., ed entra nella valle modenese delle Tagliole, facente parte del Parco dell’Alto Appennino Modenese, e costeggiandola sale fino al valico di Foce di Giovo, tra il monte Femminamorta ed il Monte Rondinaio. Da qui la strada ducale scende nella Valle lucchese della Fegana, costeggiando la Riserva dei Luoghi Naturali di Orrido di Botri e proseguendo poi per Montefegatesi e la Garfagnana. La Val di Luce è collegata con le valli adiacenti anche tramite numerosi sentieri. Presso il piccolo unico borgo di fondovalle, costituito da alberghi, residence, negozi, pubblici esercizi e strutture sportive, uno di essi sale al Lago Piatto e da qui, attraverso il Passo della Vecchia, conduce nella contigua Valle del Sestaione, presso il Lago Nero, dove è situato un piccolo rifugio del Club Alpino Italiano di Pistoia e poi presso la Foce di Campolino, nel cuore delle riserve naturali. Un altro sentiero, superato il Passo della Fariola, risale il Monte Gomito e digrada poi attraverso la Selletta fino ad Abetone. Dal Lago Piatto, attraverso il Passo di Annibale, un sentiero scende nella Valle delle Tagliole, dove incontra la strada ducale che conduce alla Foce a Giovo, importante valico esistente tra il monte Femminamorta ed il Monte Rondinaio; da qui, si può proseguire scendendo sull’antica carreggiabile nella Valle della Fegana, lungo il crinale che bordeggia la riserva del profondo Orrido di Botri oppure ci si può dirigere verso la cima del Monte Rondinaio e scendere fino al pittoresco Lago Baccio o infine, superare il Lago Torbido ed il Lago Turchino ed attraverso il Passetto, raggiungere il Lago Santo. Infine, un sentiero percorre tutta la Val di Luce lungo il Rio delle Pozze dirigendosi poi verso Dogana Nuova, sulla S.S. nº 12 ed un altro risale il versante destro ed attraverso il Pulicchio raggiunge Abetone.

Il comprensorio sciistico della Val di Luce risale a circa 40 anni fa, quando riscoprendo un vecchio progetto dell’Ing. Lapo Farinati Uberti risalente al 1935, la cui attuazione era stata interrotta dalla guerra e quindi dalla scomparsa dell’ideatore, furono realizzati: vari impianti di trasporto a fune; piste di sci; alberghi e ristoranti; negozi e pubblici esercizi; infrastrutture di servizio e parcheggi. Attualmente sono in funzione sei impianti di risalita, tra i quali tre seggiovie quadriposto: una risale il Monte Gomito per collegare la Val di Luce al comprensorio sciistico abetonese; una porta al Passo di Annibale; una infine conduce subito sotto la vetta dell’Alpe Tre Potenze. I tracciati sono di bassa e media difficoltà e sono dotati di impianti di innevamento programmato. È inoltre presente un campo scuola costituito da tre piste (Sprella, Jolly e Abetina) servite da una seggiovia quadriposto e due sciovie. L’innevamento è buono, sia per l’elevata altitudine media della valle, sia per l’esposizione a Nord della stessa. Grazie anche al collegamento alla Val di Luce, il comprensorio sciistico abetonese, con oltre 50 km di piste, se non il primo, è uno dei più importanti, insieme a quello del Monte Cimone, dell’intero Appennino.

Val di Luce. (8 febbraio 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 30 novembre 2020, 10:24 da it.wikipedia.org

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Terrazza Mascagni – Livorno

Terrazza Mascagni - Livorno
Terrazza Mascagni – Livorno

La Terrazza Mascagni è uno dei luoghi più eleganti e suggestivi di Livorno ed è ubicata sul lungomare a margine del viale Italia. Il nucleo originale fu costruito a partire dagli anni venti del Novecento, ma la terrazza fu notevolmente estesa nell’immediato dopoguerra, quando fu intitolata al compositore livornese Pietro Mascagni.

Nell’area occupata da questo belvedere, un tempo sorgeva un fortilizio facente parte del sistema difensivo della costa. Noto come Forte dei Cavalleggeri, era composto da una torre e da un vasto complesso edilizio; occupava un’area di 30 x 60 metri e la torre, posta all’estremità ovest, era formata da tre piani fuori terra. Nel forte alloggiava un distaccamento dei cavalleggeri per il pattugliamento della costa finalizzato soprattutto ad impedire il contrabbando e a garantire la sicurezza sanitaria degli sbarchi. Dopo l’Unità d’Italia, la costruzione fu ceduta al Comune e fu smantellata nel 1872, compresa la torre.

Nell’ultimo decennio dell’Ottocento qui si registra la costruzione di un parco di divertimenti, l’Eden, che rimase in funzione fino ai primi anni del secolo successivo; in questa struttura, sin dal 1896, si tennero alcuni dei primi spettacoli cinematografici italiani.

La trasformazione della spianata in una grande piazza sul mare avvenne solo a partire dal 1925 su progetto dell’ingegner Enrico Salvais con la collaborazione di Luigi Pastore. I lavori furono conclusi rapidamente e in seguito, nei primi anni trenta, Ghino Venturi vi edificò il Gazebo per la musica (donato da Pedro Bossio), un tempietto rotondo con una calotta sorretta da colonne circolari, successivamente distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La terrazza fu quindi intitolata a Costanzo Ciano, livornese e figura di spicco del Partito Fascista, nonché padre di Galeazzo. Il fatto deve leggersi nel quadro della retorica del regime; infatti, malgrado non possa ritenersi artefice o finanziatore dell’opera, con grande abilità Ciano fece sì che il proprio nome fosse accostato a quello di questa ed altre strutture pubbliche.

Nel dopoguerra fu notevolmente ampliata verso nord utilizzando le macerie del centro cittadino distrutto dai bombardamenti, assumendo quella configurazione sinuosa che la caratterizza ancora oggi; nell’occasione venne dedicata al compositore livornese Pietro Mascagni.

Gravemente danneggiata nel corso degli anni dalle violente mareggiate e dall’incuria, sul finire degli anni novanta la terrazza è stata completamente restaurata, con il ripristino inoltre delle aree verdi circostanti e con la fedele ricostruzione dello stesso gazebo.

La Terrazza Mascagni è una grande piazza delimitata verso il mare da una sinuosa balaustra formata da 4.100 eleganti colonnine in conglomerato cementizio; il pavimento è costituito da una scacchiera di 8.700 metri quadrati formata da 34.800 piastrelle bianche e nere.

Dal punto di vista architettonico, nonostante il periodo in cui fu progettato il nucleo originario, non risente dei rigorosi dettami stilistici del regime, assumendo piuttosto, per il candore delle superfici e l’infinità delle colonnine, un aspetto di astrazione metafisica.

Terrazza Mascagni. (25 febbraio 2019). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 1 settembre 2020, 08:01 da it.wikipedia.org

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