Castello Aragonese – Ischia

Ischia - Vista sul Castello Aragonese e sugli scogli di Sant'Anna

Il Castello Aragonese è una fortificazione che sorge su un’isola tidale di roccia trachitica posto sul versante orientale dell’isola d’Ischia, collegato per mezzo di un ponte in muratura lungo 220 m all’antico Borgo di Celsa, conosciuto come Ischia Ponte. L’isolotto su cui è stato edificato il castello deriva da un’eruzione sinattica avvenuta oltre 300.000 anni fa. Raggiunge un’altezza di 113 metri sul livello del mare e ricopre una superficie di circa 56000 m². Geologicamente è una bolla di magma che si è andata consolidando nel corso di fenomeni eruttivi e viene definita “cupola di ristagno”.

Al castello si accede attraverso un traforo, scavato nella roccia e voluto verso la metà del Quattrocento da Alfonso V d’Aragona. Prima di allora l’accesso era possibile solo via mare attraverso una scala situata sul lato nord dell’isolotto. Il traforo è lungo 400 metri e il percorso è illuminato da alti lucernari che al tempo fungevano anche da “piombatoi” attraverso i quali si lasciava cadere olio bollente, pietre e altri materiali sugli eventuali nemici. Il tratto successivo è una mulattiera che si snoda in salita all’aperto e conduce fino alla sommità dell’isola. Da questa strada si diramano sentieri minori che portano ai vari edifici e giardini. Dagli anni settanta del novecento è anche in funzione un ascensore, il cui percorso è ricavato nella roccia e che raggiunge i 60 metri sul livello del mare.

La costruzione del primo castello risale al 474 a.C. sotto il nome di Castrum Gironis, ovvero “castello di Girone”, in onore del suo fondatore. In quell’anno, infatti, il greco Gerone I detto il tiranno di Siracusa prestò aiuto con la propria flotta ai Cumani nella guerra contro i Tirreni, contribuendo alla loro sconfitta al largo delle acque di Lacco Ameno. Debitori di tale intervento, i Cumani decisero allora di ricompensare l’alleato cedendogli l’intera isola.

La fortezza venne poi occupata dai Partenopei, ma nel 315 a.C. i Romani riuscirono a strappar loro il controllo dell’isola e vi fondarono la colonia di Aenaria. Il Castello venne utilizzato come fortino difensivo e vi furono edificate anche alcune abitazioni ed alte torri per sorvegliare il movimento delle navi nemiche.

Nei secoli successivi la fortezza di Gerone fu radicalmente trasformata, in modo da fungere da rifugio sicuro per la popolazione contro i saccheggi di Visigoti, Vandali, Ostrogoti, Arabi, Normanni (1134-1194), Svevi (1194-1265) e Angioini (1265-1282). L’eruzione dell’Arso del 1301 fornì un notevole incentivo allo sviluppo dell’insediamento urbano: distrutta la città di Geronda, che sorgeva nella zona in cui nel ventunesimo secolo vegeta la pineta, gli Ischitani si rifugiarono nel castello che garantiva maggiore tranquillità e sicurezza, dando vita ad un vero e proprio rifugio in cui vivere.

Gli edifici ricoprono una parte minima della superficie dell’isolotto, che è per lo più occupato da ruderi, da orti e vigneti. Le fitte costruzioni ritratte nelle stampe settecentesche sono state in buona parte distrutte dagli eventi bellici che hanno interessato l’isola sotto la dominazione francese nei primi dell’ottocento e, in seguito, dall’incuria e dall’abbandono fino all’acquisto dell’isola da parte di una famiglia ischitana.

Alcuni eredi di questa famiglia hanno lentamente intrapreso una campagna di restauri che, a partire dalle poche stanze elette a propria dimora, hanno gradualmente interessato la parte monumentale del complesso architettonico, anche se molte strutture sono ancora in rovina.

In questo castello, nel 1952, sono state girate alcune scene del film statunitense Il corsaro dell’isola verde con Burt Lancaster.

A partire dagli anni settanta il castello è stato palcoscenico di numerose mostre dedicate ad artisti di fama internazionale come Giorgio Morandi, Giacomo Manzù, Filippo de Pisis, Giorgio De Chirico, Pablo Picasso, Salvador Dalí e Aligi Sassu.

Annualmente è anche cornice del Festival di musica arti e spettacolo.

Castello Aragonese (Ischia). (22 marzo 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 23 aprile 2020, 10:42 da it.wikipedia.org

Immagine Castello Aragonese | Hotel Delfini

Barano d’Ischia – Spiaggia dei Maronti

Barano d'Ischia - Spiaggia dei Maronti
Barano d’Ischia – Spiaggia dei Maronti

Barano d’Ischia (Varànë in napoletano[2]) è un comune italiano di 9 948 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.

Barano è situato nella parte sud-ovest dell’isola d’Ischia. È caratterizzato da molte colline e numerose cave, formatesi con diverse frane del terreno, dalle quali è possibile osservare l’isolotto tidale collegato al borgo di Sant’Angelo, al termine della spiaggia dei Maronti.

Nel territorio comunale è ubicata la stazione meteorologica di Barano d’Ischia.

Il nome Barano lo si trova per la prima volta in una lapide del 1374 (secondo altri del 1270) che ricorda alcune opere del vescovo Bartolomeo Bussolaro. Incerta l’etimologia: secondo alcuni deriverebbe dall’espressione latina “contra moerorem”, secondo altri significherebbe invece “luogo delizioso”, altri ne identificano l’origine nella parola “balneum”, altri ancora nell’espressione “podere di Vario”. Alcune varianti utilizzate anticamente erano Borano e Varrano.

I primi colonizzatori di Barano furono i greci, che eressero presso la fonte di Nitrodi un ninfeo posto sotto la protezione delle ninfe e di Apollo, dio della bellezza e della salute. I più antichi reperti, pervenuti nel sito di Nitrodi, sono costituiti da bassorilievi (oggi conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli), alcune iscrizioni marmoree, monete dell’Impero romano e cocci di utensili di uso giornaliero.

Inizialmente chiamato solo Barano, nel 1862 il Comune scelse di chiamarsi Barano d’Ischia si compone di diverse località: Vatoliere, Piedimonte, Fiaiano, Testaccio, Maronti, Buonopane. Buonopane è famosa anche per la sua acqua curativa della sorgente Nitrodi. Il nome dell’antico Casale di Moropano, che Greci e Romani conoscevano, frequentavano ed apprezzavano, deriva dal greco Mur – Pan, che significa tutto cavo (o tutte cave). Ciò spiega anche la posizione del centro abitato proprio tra le “cave” del Pallarito, di Candiano, di Terzano e di Nitrodi.

Dal 1938 al 1945 fu aggregato al comune di Ischia, insieme agli altri comuni dell’isola, formando un’unica entità amministrativa dell’isola d’Ischia.

Barano d’Ischia. (1 aprile 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 23 aprile 2020, 10:11 da it.wikipedia.org

Immagine | consorziomaronti.it

Ischia Porto

Ischia Porto
Ischia Porto

Ischia è un comune italiano di 20 233 abitanti della città metropolitana di Napoli, sito nell’Isola d’Ischia in Campania.

Situato nell’omonima isola, appartenente al gruppo delle isole Flegree.

Il nome Ischia deriverebbe da Insula Maior tradotto poi in Iscla da cui l’odierno Ischia. Il comune ha un principale abitato suddiviso in due nuclei, il capoluogo, denominato ufficialmente solo “Ischia”, ma comunemente noto come “Ischia Porto”, e la zona di “Ischia Ponte”, che prende il nome dal ponte di legno (poi diventato in muratura) che, fino al settecento, collegava il castello aragonese con il borgo. Secondo altri studiosi invece il nome deriverebbe dall’aggettivo greco “(v)ixos” (appiccicoso) con la consueta caduta della “v” iniziale.

Dal 1938 al 1945 al comune di Ischia furono aggregati gli altri comuni dell’isola, formando un’unica entità amministrativa dell’isola d’Ischia

Il comune d’Ischia è il più popolato dell’isola verde, avendo conosciuto una evoluzione demografica di circa il 219% dal 1861 ad oggi. Ischia è da sempre il comune più abitato dell’isola, a parte una breve parentesi tra il 1881 e gli anni ’20 del Novecento, quando il primato era detenuto da Forio.[3]

Ischia è il comune con maggiore popolazione dell’isola, con numerosi alberghi di ogni categoria e un intenso movimento turistico. Possiede uno shopping center, che si estende tra la via Roma ed il corso Vittoria Colonna. Non mancano il divertimento e diverse attrazioni di tipo turistico: basti pensare, tra l’altro, alla cosiddetta “rive droite” (la riva destra del porto) con night-club, piano-bar, discoteche, taverne folkloristiche, enoteche, ristoranti tipici, negozi con artigianato locale e boutique.

Ischia (Italia). (24 aprile 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 1 giugno 2020, 13:24 da it.wikipedia.org

Immagine Ischia Porto | Hotel Ulisse