Pirellone (grattacielo Pirelli) – Nido Falchi Pellegrini

Il Pirellone, o grattacielo (o palazzo) Pirelli, è l’edificio di Milano dove ha sede il Consiglio regionale della Lombardia. Si innalza all’angolo sud-ovest di piazza Duca d’Aosta, dove si trova anche la stazione di Milano Centrale. Ha detenuto il record di edificio più alto dell’Unione europea dal 1958 al 1966, anno di costruzione della Tour du Midi di Bruxelles.

Il grattacielo Pirelli fu progettato nel 1950 e incluso nel nascente “Centro Direzionale”. Prima c’era un grande magazzino chiamato Paradiso delle Signore.

Fu costruito tra il 1956 e il 1960 su progetto di Gio Ponti, Giuseppe Valtolina, Pier Luigi Nervi, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Giuseppe Rinardi e Egidio Dell’Orto; Gio Ponti diresse anche tutte le fasi costruttive. L’aspetto strutturale venne curato da Giuseppe Valtolina, in collaborazione con i consulenti Pier Luigi Nervi, Arturo Danusso, Piero Locatelli e Guglielmo Meardi. Il ruolo di Nervi fu fondamentale nella progettazione di una struttura che, per il suo ridotto rapporto larghezza/altezza, è particolarmente soggetta alle azioni del vento e condusse ad uno schema strutturale composto da setti rigidi triangolari alle estremità, pilastri cavi, e quattro grandi pilastri-parete centrali, tutti in calcestruzzo armato. La realizzazione venne affidata all’impresa della Bonomi in collaborazione con Comolli e Silce. È un’opera architettonica importante, propria del razionalismo italiano; con i suoi 127 metri di altezza, distribuiti su 31 piani (altri 2 piani sono sotterranei) è uno degli edifici in calcestruzzo armato più imponenti al mondo.

Originariamente il palazzo fu costruito per ospitare gli uffici della celebre azienda italiana di pneumatici Pirelli: nell’area su cui sorge esistevano degli stabilimenti del gruppo, distrutti dai bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale. Nel 1977 il grattacielo venne acquistato dalla Regione Lombardia, per farne la propria sede principale dopo una ristrutturazione ad opera dell’architetto Bob Noorda.

Peculiare la scelta progettuale dei materiali: l’intera struttura portante è in calcestruzzo armato, materiale raramente preferito all’acciaio per edifici di considerevole altezza. Gli elementi verticali dell’ossatura sono quattro piloni, visibili anche dall’esterno poiché percorrono a coppie l’altezza delle facciate. Sono pilastri rastremati: alla base sono larghi 2 metri, che diventano 50 cm in sommità. Travi orizzontali, colleganti i pilastri, fungono da basi per i solai dei piani.

L’ingresso che per molto tempo è rimasto l’accesso principale, si trova in piazza Duca d’Aosta: è rialzato rispetto al piano della piazza tramite una struttura detta “collina”, che contiene al suo interno uno spazio adibito ad auditorium. Oggi si accede alla sede della Regione dal retro dell’edificio.

La superficie del grattacielo è di 1.900 m², la sua pianta è lunga 75,5 metri e larga 20,5 metri. Si stima che per la sua costruzione siano stati usati 30.000 m³ di calcestruzzo e l’edificio complessivamente pesi 70.000 tonnellate per un volume di 125.324 m³.

All’epoca della sua costruzione, era il grattacielo in calcestruzzo armato più alto d’Europa e il terzo nel mondo.

Il Grattacielo Pirelli è uno dei più celebri simboli di Milano ed è stato per quasi 50 anni l’edificio più alto della città, superato nel 2010 dal Palazzo Lombardia alto 161 m, la nuova sede della Regione Lombardia, che sorge poco lontano, e nel 2011 dalla Torre Cesar Pelli A, alta 231 metri. Resta in ogni caso nel novero delle costruzioni più alte d’Italia.

Il design del grattacielo sarebbe stato inoltre d’ispirazione per la costruzione del Pan Am Building (oggi MetLife Building) a New York, della torre del Banco Atlantico di Barcellona e il grattacielo della Lonza Group di Basilea. È invece certo che gli architetti Schwebes e Schoszberger, dopo aver visitato il cantiere, ne rimasero impressionati e vi si ispirarono per il grattacielo Telefunken di Berlino.

L’ultimo piano (32º) del grattacielo, raggiungibile tramite scale dal 31º piano (l’ultimo a cui arrivano gli ascensori), è aperto al pubblico in alcune giornate speciali, funge da belvedere con ampia vista panoramica sulla città e può ospitare mostre temporanee come spazio multifunzionale.

Oggi il grattacielo, con i suoi 710 scalini è inserito nelle corse “run up”, in cui gli atleti gareggiano salendo di corsa fino all’ultimo piano del grattacielo lungo le scale.

Grattacielo Pirelli. (28 febbraio 2021). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 15 giugno 2021, 07:06 da it.wikipedia.org

Immagini Pirellone | Regione Lombardia

Aprica – Vista sul paese e sulle piste

Aprica - Valletta
Aprica – Valletta
Aprica - Palabione
Aprica – Palabione
Aprica - Piste
Aprica – Piste
Aprica - Paese
Aprica – Paese

Aprica (L’Abrìga, L’Avrìga o La Vrìga in dialetto valtellinese) è un comune italiano di 1 500 abitanti della provincia di Sondrio in Lombardia, situato a cavallo dell’omonimo passo, il più agevole tra la Val Camonica e la Valtellina, a cavallo tra Alpi Orobie e Alpi Retiche Meridionali, costituito da un’ampia sella piana lunga circa tre chilometri, oggi in buona parte edificata.

Aprica è edificata sull’omonimo passo, per cui sia il centro abitato che il territorio comunale sono compresi dal punto di vista idrografico sia nella Valtellina che nella Valcamonica.

Il clima di tipo tipicamente alpino, caldo ma dolcemente ventilato in estate, freddo in inverno.

Il comprensorio sciistico Aprica-Corteno, disegnato sul versante sud della grande sella aprichese, consta di oltre 50 km di piste, l’80% delle quali innevabili artificialmente. I tracciati sono suddivisi in 8 azzurri, 8 rossi e 4 neri, più 5 collegamenti. Composto da 4 aree integrate, è tutto interconnesso, sia verso il fondovalle che in quota. Dotato di un totale di 17 impianti di risalita, ha una portata oraria di 24.000 persone.

Quella del Palabione è l’area sciistica storica di Aprica. Nata nel primo dopoguerra e più volte ristrutturata, è situata nel cuore del comprensorio, collega la sommità al paese con 1100 m di dislivello.

La Magnolta è la parte più a ovest del demanio sciabile. Nata negli anni ’80, è dotata di circa 15 km di piste coperte da innevamento programmato, che raggiungono quota 2100 m circa,.

La skiarea del Baradello, di recente ristrutturazione (2004) e quasi totalmente coperta da innevamento artificiale, è costituita da circa 15 km. di piste di varie difficoltà, servita da una seggiovia quadriposto coperta, permette di arrivare a 1.970 m.

Inoltre i campi scuola (Campetti) sono raggiungibili con l’auto ed attigui a case, alberghi e altre attività commerciali.

Sono presenti, a pochi km di strada dal centro, alcuni tracciati per sci di fondo, racchette da neve e sci-escursionismo: Pian di Gembro e Trivigno. In paese, località al Plà, si trova infine un anello di fondo più piccolo, lungo 0,8 km, una specie di campo-scuola ad accesso libero.

Durante il periodo estivo è possibile praticare trekking su più di 50 itinerari escursionistici segnalati dal CAI di Aprica.

Per le mountain bike è presente in paese un bike skill center e, ad una quota di circa 1700 metri, un tracciato di cinque chilometri a mezza costa dal comprensorio del Palabione fino a Corteno Golgi. Nota biker di Aprica è Silvia Pinasco per la quale è stata costruita un’apposita pista tutta in pianura e senza curve per gli allenamenti.

Ad Aprica sono fruibili campi da tennis, una piscina coperta con centro benessere, un campo pratica di golf, un campetto da calcio. È inoltre possibile praticare agevolmente l’arrampicata sportiva, la pesca sportiva e il parapendio.

La località è stata per tre volte sede, dal 1975 al 1981, della Coppa del Mondo di sci alpino e, dopo gli albori degli sport bianchi negli anni ‘1920, di numerose altre competizioni nazionali ed internazionali di sci alpino (oltre che in passato sci di fondo), tra cui le World Series (vincitore Ingemar Stenmark), prove di Coppa Europa, Campionati nazionali e Campionati italiani e mondiali Maestri (tra i vincitori dell’edizione 1982 Zeno Colò).

Aprica è stata la prima località invernale lombarda ad ospitare la Coppa del Mondo di sci alpino.

Ad Aprica è presente una falesia su cui si pratica l’arrampicata sportiva e, all’interno del palazzetto dello sport, una palestra d’arrampicata dove sono state allestite pareti artificiali tra le più tecniche del panorama nazionale, su cui si sono disputate le quattro prove di Coppa del mondo lead di arrampicata elencate nella tabella che segue.

Aprica. (4 febbraio 2021). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 17 febbraio 2021, 14:54 da it.wikipedia.org

Immagini | Agenzia Cioccarelli e Aprica Online

Trivigno e Monte Padrio

Trivigno - Vista su Monte Padrio
Trivigno – Vista su Monte Padrio
Trivigno - Vista su Teglio e Sondrio
Trivigno – Vista su Teglio e Sondrio

Il Monte Padrio è una montagna delle Alpi Retiche meridionali, alta 2153 m s.l.m., situata sul confine tra la Valle Camonica e la Valtellina, nei comuni di Tirano e Corteno Golgi. È visibile dalla strada che da Edolo sale al passo dell’Aprica ed è raggiungibile grazie alla strada che da Trivigno (Tirano) giunge al passo del Mortirolo oppure da versante della Valcamonica da Corteno Golgi.

Dal punto di vista geologico, il Monte Padrio si trova in una posizione particolare, a cavallo della Linea Insubrica. Questo lineamento tettonico, molto importante nella geologia delle Alpi, divide il monte in due: il versante a sud costituito dagli Scisti di Edolo appartenenti al Dominio Sudalpino, e il versante a nord costituito dagli Gneiss del Monte Tonale, appartenenti al Dominio Austroalpino.

In particolare, a sud si ritrovano rocce metamorfiche di basso grado, micascisti cloritici e talora biotitici, con intercalate lenti di anfiboliti e cloritoscisti. Frequenti sono le lenti di quarzite. A nord, invece, si ritrovano gneiss e micascisti a due miche, in prevalenza biotitici, sillimanitici e granatiferi, con lenticelle quarzoso-feldspatiche. Diffuse sono le lenti di ortogneiss, anfiboliti e anfiboliti gneissiche, spesso associate a calcari e marmi.

Come la gran parte dei rilievi alpini, anche il Monte Padrio è stato soggetto, durante il Quaternario, alle grandi glaciazioni. Il risultato dell’erosione glaciale è generalmente la formazione di ampie vallate e pendii dolci. In quest’area, il ghiacciaio ha scavato grandi piane, come quelle del Mortirolo, di Trivigno e di Pian di Gembro, e lasciato coperture di depositi morenici.

Anche l’erosione dell’acqua ha giocato un ruolo importante nella storia del Monte Padrio. Basti pensare al “Vallone del Santo” che dal fianco occidentale del monte viene scavato dal torrente fino quasi all’Aprica. Oppure all’altra ripida incisione sul versante orientale, che dalla cima si spinge fino alle Baite della Guspessa.

Monte Padrio. (2 maggio 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 28 luglio 2020, 10:12 da it.wikipedia.org

Immagine | Meteo Trivigno