Monguelfo in Val Pusteria

Monguelfo in Val Pusteria
Monguelfo in Val Pusteria

Monguelfo-Tesido (Welsberg-Taisten in tedesco) è un comune italiano di 2 909 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige, posto in Val Pusteria, e ha una superficie territoriale con un’altimetria che varia dai 1042 m s.l.m. ai 2687 m s.l.m. Ha una propria stazione ferroviaria sulla linea Fortezza-San Candido.

Tra il paese di Monguelfo e quello di Villabassa, si trova lo svincolo per la valle di Braies, dove si può raggiungere anche il lago di Braies.

Il comune si compone di due centri abitati: Monguelfo e Tesido. Tesido sorge su una altura sopra Monguelfo, all’entrata della valle di Casies. Tesido quindi confina a sud con Monguelfo; verso est confina invece con la frazione di Prati (Wiesen).

Il territorio su cui sorge Tesido, negli ultimi anni in rapida espansione, era abitato già in epoca anteriore all’avvento dei romani, come hanno potuto dimostrare gli scavi archeologici eseguiti. Tuttavia il primo documento ufficiale giunto sino ai nostri giorni che riporta il nome Tesido risale al 769, anno in cui il duca bavarese Tassilo III (749-788), ultimo della dinastia degli Agilolfingi donò alcune terre al convento di Scharnitz presso Mittenwald; Tesido è in questo caso il nome del torrente che scorre attraverso il paesino (a rivo quae vocatur Tesido). Un altro documento, risalente all’861 parla di un uomo di nome Kegio che avrebbe ceduto un proprietà lungo il torrente Tesido in favore della chiesa di San Candido, paese poco distante.

Vista la buona posizione in cui è situato il paese, attorno al X e all’XI secolo, fu meta di numerose famiglie, che posero qui la loro stabile dimora. Ma, come per il vicino Monguelfo, il secolo più brillante per la storia medievale di Tesido fu il XII, quando cominciò la vera ascesa dei signori von Welsperg. Negli anni che seguirono, nel paese venne edificata l’attuale chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Ingenuino e Albuino; la chiesetta di san Giorgio invece è, come accertano i documenti rimasti, di almeno duecento anni anteriore all’anno Mille.

I signori von Welsperg, vassalli dei conti di Gorizia, investiti dell’avvocazia per quel che riguarda i territori che vanno oggi da Monguelfo a Dobbiaco, iniziarono la costruzione del loro castello, Schloss Welsperg, tra il 1126 e il 1140. Nel XII secolo, su una collina boschiva dirimpetto alla loro dimora, i Welsperg diedero inizio alla costruzione di un altro edificio difensivo, che dal Quattrocento è conosciuto come castel Thurn. Il castello sorge e sorgeva nel territorio di Tesido; ergendosi di fronte a Castel Welsperg, garantiva una pronta difesa sia per il villaggio di Tesido sia per un eventuale attacco alla dimora dei signori. Inizialmente Castel Thurn (oggi non rimangono che le rovine del castello) era composto solamente da un torrione che serviva unicamente come torre d’avvistamento. Ben presto fu ceduto alla famiglia Füllein, imparentata con i Welsperg, che lo riacquistarono nel 1359. Il castello venne distrutto da un incendio nel 1765 e non fu più ricostruito.

La chiesa dei Santi Albuino e Ingenuino divenne per i signori e poi conti von Welsperg, il luogo dove tumulare i membri scomparsi della loro casata. Per questo fecero erigere accanto alla chiesa una cappella, dedicata a san’Erasmo, dove sono seppelliti molti dei conti Welsperg.

L’Ottocento fu per Tesido, come per tutto l’Alto Adige, un secolo di difficoltà. In seguito alla dichiarazione di guerra proclamata dall’Austria alla Francia di Napoleone, i Tirolesi si sollevarono contro il dominio dei Bavaresi, alleati dei francesi. Andreas Hofer, un oste di San Leonardo in Passiria, organizzò una rivolta che, nonostante alcuni successi militari e una strenua resistenza, non ebbe esito positivo. Il capo della resistenza tirolese fu catturato e fucilato a Mantova dai francesi.

Nel 1809 i confini cambiarono nuovamente. Con la pace di Schönbrunn alla Baviera toccò il Tirolo settentrionale fino a Merano e quello centrale fino a Chiusa; la Val Pusteria, da San Candido alle Province Illiriche, compreso Tesido, passò all’Austria; la Bassa Atesina con Bolzano e la maggior parte del territorio dolomitico furono incorporate nel Regno d’Italia di Napoleone: il termine “Alto Adige” fu coniato in questo periodo, per designare il nuovo dipartimento. Ettore Tolomei lo avrebbe ripreso per creare il toponimo italiano della regione.

La zona tornò all’Austria nel 1813 ed entrò a far parte della monarchia austro-ungarica. Il territorio di Tesido rimase sotto il controllo dei conti von Welsperg sino all’estinzione della casata, avvenuta nel 1912 quando morì l’ultimo discendente, il conte Heinrich zu Welsperg Raitenau und Primör. Passò in seguito sotto la giurisdizione del vescovo di Bressanone sino alla caduta dell’Impero austriaco.

Con il termine della prima guerra mondiale, tutto il Sud Tirolo passò all’Italia e con questa annessione, grazie alla legge N. 1322 del 1920, venne anche ufficializzato il nome Monguelfo appartenente alla Venezia Tridentina. Nel 1923 la Venezia Tridentina cambiò nome e divenne provincia di Trento e poi nel 1927 a passò a quella di Bolzano. Nel 1929 il comune di Tesido terminò di esistere passando a quello di Monguelfo e solo nel 2003 vi fu la rinominazione del comune in “Monguelfo-Tesido”.

Allo scoppiare della seconda guerra mondiale numerosi abitanti di Tesido combatterono nella Wehrmacht. Oggi le due guerre e i loro caduti sono ricordati da un monumento ai caduti che si trova presso la chiesa parrocchiale e che fu inaugurato nel 1950.

Durante gli anni del terrorismo in Alto Adige (Ein Tirol), precisamente nel 1975, vi furono alcune finestre della caserma dei carabinieri prese a bersaglio. Da questi episodi si decise di utilizzare per le finestre verso la collina lastre d’acciaio con piccole feritoie.

Monguelfo-Tesido. (20 dicembre 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 4 gennaio 2021, 10:14 da it.wikipedia.org

Immagine | Kronplatz

San Candido – Monte Baranci

San Candido - Vista sul Rifugio Baranci
San Candido – Vista sul Rifugio Baranci

La Rocca dei Baranci (2.966 m s.l.m. Haunoldköpfl in tedesco) o anche Monte Baranci è una cima delle Dolomiti di Sesto nelle Dolomiti in Alto Adige.

È la cima più alta del gruppo Rondoi-Baranci ed è famosa per gli splendidi scorci che offre la parete nord, che dà su San Candido. La vetta prende il nome da un gigante, protagonista di una leggenda del luogo. Il barancio è un nome del pino mugo.

Nei giorni sereni, quando il sole illumina l’imponente vetta, la luce riflessa dalla croce metallica posta in vetta è perfettamente visibile fino al paese.

La rocca di per sé risulta difficile da raggiungere; un’alternativa più semplice è salire sulla Piccola Rocca dei Baranci (2158 m) raggiungibile sia da San Candido che dal rifugio Tre Scarperi.

Rocca dei Baranci. (23 luglio 2019). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 9 gennaio 2020, 11:15 da it.wikipedia.org

Immagine Monte Baranci | Dolomiti di Sesto