Manciano

Manciano Vista NE
Manciano – Vista NE
Manciano Vista SW
Manciano – Vista SW

Manciano è un comune italiano di 7 368 abitanti della provincia di Grosseto in Toscana.

Il centro sorge su una collina che domina da un lato la piana e la valle dell’Albegna e dall’altro lato l’area del Tufo.

Il territorio comunale di Manciano si estende nell’entroterra della Toscana meridionale, nel territorio delle colline dell’Albegna e del Fiora. L’estremità occidentale digrada nella pianura maremmana, lungo il corso del fiume Albegna, a valle della località di Marsiliana, mentre l’estremità nord-orientale penetra nell’area del Tufo lungo il corso del fiume Fiora che, da nord a sud, attraversa la parte orientale del territorio comunale.

Il comune di Manciano confina a nord con i comuni di Roccalbegna e Semproniano, a nord-est con il comune di Sorano, a est con il comune di Pitigliano, a sud-est con i comuni laziali di Ischia di Castro e Canino, a sud col comune laziale di Montalto di Castro, a sud-ovest con il comune di Capalbio, a ovest con il comune di Orbetello, a nord-ovest con i comuni di Magliano in Toscana e Scansano.

Il territorio di Manciano è stato abitato sin dalle epoche preistoriche, come dimostrano i numerosi reperti risalenti al periodo eneolitico e all’età del Bronzo, rinvenuti nelle colline tra il capoluogo e Saturnia. La prima notizia del castello di Manciano risale al 1188, quando è citato in un privilegio di Clemente III per la chiesa di Sovana. Possesso degli Aldobrandeschi del ramo di Santa Fiora a partire dal XII secolo, fu ceduto al ramo di Sovana nel 1272, per poi venire conquistato nel corso del XIV secolo prima dal Comune di Orvieto, poi dalla famiglia Baschi di Montemerano, e infine ereditato per matrimonio della famiglia Orsini di Pitigliano. Nel 1416 venne conquistato dai senesi, che costruirono la rocca e potenziarono le difese migliorando la cinta muraria, i quali però furono costretti nel 1455 a restituire il centro agli Orsini. Nel 1557, Manciano fu concesso al duca Cosimo de’ Medici: sotto il granducato il borgo fu trasformato in centro agricolo, e la fine delle sue funzioni militari portò all’abbandono e al progressivo degrado delle opere architettoniche fortificate. Nel 1867, il centro fu toccato dalla campagna dell’Agro romano per la liberazione di Roma guidata da Giuseppe Garibaldi: a Manciano sostò la colonna Nicola Guerrazzi. Il 12 giugno 1944 fu il primo centro della Toscana a vedere l’ingresso degli Alleati, mentre il 25 febbraio 1945, su parere del CLN di Grosseto, vi si tenne il primo esperimento di libere elezioni in Italia dopo il ventennio fascista: venne eletto sindaco l’avvocato Leto Morvidi (PCI), già commissario prefettizio e importante figura di amministratore, parlamentare e giurista.

Manciano. (18 settembre 2015). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 10 novembre 2015, 10:57 da it.wikipedia.org

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Pitigliano

pitigliano

Pitigliano è un comune italiano di 3 867 abitanti della provincia di Grosseto in Toscana.

Il caratteristico centro storico è noto come la piccola Gerusalemme, per la storica presenza di una comunità ebraica, da sempre ben integrata nel contesto sociale che qui aveva la propria sinagoga.

Il territorio comunale di Pitigliano si estende nella parte occidentale dell’area del Tufo. Confina a nord con il comune di Sorano, a sud-est con i comuni laziali di Farnese, Ischia di Castro, Latera e Valentano dai quali è delimitato dall’estremità settentrionale della Selva del Lamone, a ovest con il comune di Manciano.

Arrivando a Pitigliano dal mare, salendo la strada regionale 74 Maremmana, si notano le caratteristiche case che sporgono da un grande sperone di tufo, assolutamente a strapiombo. La rupe di Pitigliano è circondata su tre lati da altrettanti burroni, pieni di grotte scavate nel tufo; nel fondovalle scorrono i corsi d’acqua Lente, Meleta e Prochio.

Il territorio comunale si eleva a quote collinari che variano tra i 300 e i 663 metri s.l.m. di Poggio Evangelista, che segna il confine con il Lazio all’estremità orientale; l’area del paduletto di Pantanello è stata sottoposta a bonifica in epoca lorenese. Pitigliano è inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia patrocinata dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Pitigliano era già un luogo frequentato e abitato sin dai tempi degli etruschi, quando qui furono fondati numerosi insediamenti scavati nel tufo e attestati dalla tarda età del Bronzo (XII-XI secolo a.C.). Anche nel luogo dove oggi sorge il paese era situato un centro etrusco, testimoniato dai resti delle mura rinvenuti nel quartiere di Capisotto e poi scomparso tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C..

La prima notizia di Pitigliano appare in una bolla inviata da papa Niccolò II al preposto della cattedrale di Sovana nel 1061, dove viene già indicato come luogo di competenza della famiglia dei conti Aldobrandeschi. Nel 1293 Anastasia, figlia della contessa Margherita Aldobrandeschi, sposò Romano Orsini portando in dote la contea di Sovana e la sede della contea fu trasferita proprio a Pitigliano. Gli Orsini governarono la Contea di Pitigliano per secoli, difendendole dai continui tentativi di sottomissione da parte di Siena e Orvieto prima, e della Firenze medicea poi. Fu solo nel 1574 che Niccolò IV Orsini cedette la fortezza ai Medici e nel 1604 Pitigliano fu annessa al granducato di Toscana, ceduta dal conte Gian Antonio Orsini per saldare i propri debiti. I Medici tuttavia si disinteressarono delle sorti della città, che cadde presto in declino, e soltanto nel 1737, anno in cui il granducato passò ai Lorena, Pitigliano conobbe una lenta ripresa economica e culturale.

Oggi è una conosciuta meta turistica grazie alla peculiarità del suo centro storico, che ha permesso il suo inserimento nella lista dei borghi più belli d’Italia dell’ANCI.

Pitigliano. (24 marzo 2017). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 31 marzo 2017, 08:11 da it.wikipedia.org

Immagine | Hotel Relais Valle Orientina