Procchio – Isola d’Elba

Procchio - Isola d'Elba
Vista su Procchio

Procchio è una rinomata stazione balneare dell’isola d’Elba, nel territorio comunale di Marciana.

Il toponimo Procchio è documentato a partire dal XVI secolo. La sua origine si fa tradizionalmente risalire al nome personale latino Proculus, ma recenti ipotesi lo farebbero derivare dall’aggettivo latino prociduus («basso, pianeggiante»).

Già frequentata dal Paleolitico (località Campo all’Aia), l’area pianeggiante di Procchio era anticamente caratterizzata da un insalubre stagno; sul soprastante Monte Castello si trovano i resti di una piccola fortezza d’altura d’epoca etrusca, mentre in località Castiglioncello (dalla metà del XX secolo il nome è mutato per fini turistici in La Paolina) esistono scarsi ruderi di età romana. Sul promontorio che chiude ad ovest la spiaggia di Procchio, chiamato Agnone (dal latino angulus, «angolo»), in età romana esisteva una cava di marmo cipollino. Nel 1799, durante gli scontri tra la popolazione elbana e i soldati francesi che stavano occupando l’isola, avvenne un sanguinoso assalto noto come la Battaglia di Procchio. Durante l’occupazione tedesca, nel 1943, la spiaggia fu tristemente nota per esser stata teatro del cosiddetto eccidio di Procchio.

La piccola nave, il cui naufragio avvenne intorno al 190 d.C. nel settore orientale della spiaggia (località Campo all’Aia – La Spiaggiola), conteneva merci assai eterogenee (blocchi di zolfo siciliano, anfore vinarie galliche, calici in vetro ed oro zecchino, portaprofumi con un prezioso tappo criselefantino raffigurante Dioniso e Pan) e rappresenta uno dei più importanti relitti finora scoperti nelle acque italiane. Il relitto era noto, sino alla metà del XX secolo, come Barca di Tacca, dal soprannome del presunto proprietario.

Sul promontorio roccioso della Punta del Porto, che chiude ad est la spiaggia di Procchio, si trova un antico edificio militare noto come La Guardiola. Attestato per la prima volta nel 1822, fu realizzato come uno dei numerosi posti armati del litorale elbano su probabili strutture d’avvistamento preesistenti. Successivamente divenne di pertinenza della Guardia di Finanza e durante la seconda guerra mondiale fu sede di un comando della Wehrmacht.

A Procchio nell’agosto del 1950 alcuni pittori (Giorgio de Chirico, Renzo Baraldi, Iginio Gonich detto Gonni, Beppe Lieto) istituirono, all’interno del ristorante Da Renzo, un cenacolo di artisti e letterati. Alle pareti del locale, gestito da Domenico Mazzarri, sono tuttora presenti dipinti murali di carattere allegorico dipinti dai pittori del gruppo. All’esterno, un’ironica raffigurazione napoleonica con la scritta Qui Napoleone il Grande non ha mai mangiato. Mai!

Poco tempo dopo, nel 1956, Lucio Fontana decorava una sala dell’Hotel del Golfo, con un’installazione sul soffitto poi acquistata dallo Stato e oggi al Museo del Novecento di Milano.

Procchio. (19 marzo 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 26 agosto 2020, 07:12 da it.wikipedia.org

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Isola di Pianosa

Isola di Pianosa - Spiaggia di Cala Giovanna e Molo
Isola di Pianosa – Spiaggia di Cala Giovanna e Molo

Pianosa è un’isola situata nel mar Tirreno, che fa parte dell’Arcipelago Toscano nel parco nazionale omonimo.

Di dimensioni medie (10,3 km²) rispetto alle altre isole dell’arcipelago, si trova circa 13 km a sud-ovest dell’isola d’Elba, alla quale è collegata durante la stagione turistica con regolari servizi di navigazione, e tutto l’anno con Rio e Piombino grazie a Toremar. Inclusa nella provincia di Livorno e amministrata dal comune di Campo nell’Elba, Pianosa, come dice il nome stesso, è l’unica isola dell’arcipelago priva di alture e complessivamente pianeggiante (il punto più alto raggiunge i 29 metri). L’isola, di forma vagamente triangolare, frappone tratti di costa rocciosa a tratti sabbiosi, il principale dei quali è Cala San Giovanni (o Cala Giovanna), suggestiva spiaggia di sabbia bianca dove sono visibili anche i ruderi di una villa romana. Il suo territorio è in parte a macchia e in parte coltivato a viti e olivi.

Il clima dell’isola, al pari delle altre isole meridionali dell’Arcipelago Toscano, risulta quello caratterizzato da valori di temperatura media più elevata, sia stagionale che annuale, oltre che da un limitatissimo apporto precipitativo, con eventi meteorici concentrati soprattutto tra autunno e inverno seppur in modo spesso sporadico e limitato. Sull’isola la temperatura media di gennaio è di +10,9 °C, quella media di luglio è di +24,2 °C, mentre la temperatura media annua di +16,8 °C risulta la più elevata tra tutte quelle misurate nel territorio della Toscana da stazioni meteorologiche. Inoltre, il valore delle precipitazioni medie annue attorno ai 400 mm fanno dell’isola il luogo più siccitoso della regione e tra i più siccitosi d’Italia.

Nel 1856 venne istituita dal Granducato di Toscana la colonia penale agricola di Pianosa e furono inviati sull’isola i condannati destinati ad occuparsi dei lavori nei campi. Il carcere rimase in attività durante l’epoca fascista e vi fu detenuto dal 1931 al 1935 anche il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, incarcerato per motivi politici. Fino al 1965 vi scontavano la pena i detenuti ammalati di tubercolosi. Nel 1977 venne trasformato in penitenziario di massima sicurezza e la rimanente popolazione dell’isola venne evacuata. Nella struttura voluta dal generale Carlo Alberto dalla Chiesa vennero confinati inizialmente appartenenti a organizzazioni terroristiche e in seguito pericolosi esponenti delle mafie. Tra gli altri, vi vennero rinchiusi personaggi come Francis Turatello, Pasquale Barra e Renato Curcio. L’attività però venne a diminuire. Il 5 novembre 2009, l’allora ministro della giustizia del Berlusconi IV, Angelino Alfano, annunciò l’intenzione di riattivare pienamente il supercarcere, ma il giorno successivo, l’allora ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo annunciò che, contrariamente alle dichiarazioni del collega, il carcere non sarebbe stato riaperto.

Le attività dell’istituto sono cessate definitivamente nel 2011. Da quella data è terminato il divieto assoluto di sbarco che da un lato aveva impedito il turismo sull’isola, ma nel contempo aveva garantito il mantenersi intatto delle bellezze naturali. Rimane però una limitazione per i visitatori, che non possono superare il numero di 250 al giorno utilizzando il traghetto che effettua corse quotidiane partendo alle 10.00 da Marina di Campo sull’isola d’Elba e ritornandovi con partenza da Pianosa alle 17.00. Sull’isola possono trascorrere la notte alcuni turisti, poiché è stato ricavato un albergo di dieci camere dalla residenza del direttore della Colonia Penale realizzata nel XIX secolo. L’albergo è gestito da una cooperativa di volontari e da detenuti in regime di semilibertà del carcere di Porto Azzurro.

L’isola fa parte del Parco Nazionale dell’arcipelago Toscano. Un’associazione ne protegge l’aspetto e la zona marina, rendendola un luogo piacevole per gite e viaggi. Sono vietate, in tutta la sua zona marittima, la pesca, l’immersione, l’ancoraggio, la sosta, l’accesso e la navigazione se non sotto autorizzazione specifica. La visita diurna e guidata all’isola è possibile da aprile a ottobre in gruppi, con imbarco da Marina di Campo e Piombino. Nel 2009 è stato installato un radar hi tech con un ampio potere di controllo che può raggiungere anche le coste della Corsica e identificare anche piccoli natanti a salvaguardia del parco.

Isola di Pianosa (Toscana). (12 dicembre 2019). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 22 aprile 2020, 12:33 da it.wikipedia.org

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Isola d’Elba – Golfo di Lacona

Isola d'Elba - Lacona - Spiaggia
Isola d’Elba – Lacona – Spiaggia
Isola d'Elba - Lacona - Golfo
Isola d’Elba – Lacona – Golfo

Lacona è l’unica frazione di Capoliveri, ed una delle maggiori località turistiche dell’isola d’Elba.

Il toponimo deriva dal latino lacuna («laguna») in riferimento al vasto golfo dalle basse acque che contraddistingue la località. Altre etimologie proposte in passato collegavano il nome della località ad un presunto toponimo etrusco Acona o al greco εἰκών (eikōn), nel senso di «edificio con immagine sacra».

Frequentata sin dal Paleolitico medio e superiore, come dimostrano rinvenimenti di numerosi strumenti litici, l’area di Lacona conserva testimonianze dell’età tardoellenistica come una sepoltura rinvenuta nel 1961 in località Caubbio e datata all’ultimo quarto del II secolo a.C.; il materiale di corredo funebre, oggi conservato presso il Museo archeologico di Portoferraio, comprendeva vasi a vernice nera e d’impasto, insieme ad una lucerna e ad un unguentario. L’archeologo Giorgio Monaco, nel 1962, in località Valle dell’Inferno rinvenne i resti di un presunto insediamento protostorico «di età bronzo-ferro, ma di aspetto e ambiente litico attardato. Sono evidenti le cinte murarie difensive e l’impianto stradale dell’abitato, pur rimaneggiato successivamente. Si è trovato materiale di selce e ceramica dell’età bronzo-ferro.» A Lacona si trova il piccolo Santuario della Madonna della Neve, nato come chiesa rurale durante il XII secolo.

Secondo una leggenda sviluppatasi agli inizi del XVIII secolo, presso Lacona si trovava un leggendario insediamento[6] chiamato Meloa: «Fu edificato un piccolo castello nell’Aconia da una tal Mecia doppo l’incendio di Troia nell’anno doppo la Creazione del Mondo (…) e dicano questo essere uno dei confederati d’Enea, il quale pervenuto all’Elba, e riconosciuti alcuni di quei Albicensi che si ritrovorno in alla Guerra Troiana, si trattenne in quest’isola per qualche tempo. Vero è che detto castello fu distrutto e consumato non solo dalla lunghezza del tempo, ma da barbare nazioni; ritrovansi però qualche piccola reliquia dell’istesse muraglie benché ricoperte dalla terra per il corso delle acque.»

Lacona. (25 maggio 2016). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 19 giugno 2020, 13:07 da it.wikipedia.org

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