Carezza – Vista dalla Malga Heinzen Alm

Carezza - Vista dalla Malga Heinzen Alm
Carezza – Vista dalla Malga Heinzen Alm

La malga Heinzenalm a Nova Levante Carezza circondata dal Catinaccio e dal Latemar, le montagne più belle delle Dolomiti. La nostra malga si trova nelle Dolomiti, ai piedi del regno di Re Laurino, il roseto… Solo per gli ospiti di casa, i bambini possono scatenarsi sul prato e nel parco giochi, mentre i genitori si rilassano sulle sdraio. Sedersi comodamente su una panchina, godersi la pace e la tranquillità, il roseto e il Latemar quasi a portata di mano… la nostra malga viene spesso descritta come “l’ultimo paradiso”. La malga Heinzenalm viene gestita come un caseificio. Gli animali stanno al nostro alpeggio da metà giugno a fine settembre e consegniamo il latte alla cooperativa Mila. Prepariamo yogurt naturale e crema di formaggio per i nostri ospiti. Puoi anche ricevere latte fresco e uova direttamente a casa tua ogni giorno.

Dal sito della Malga Heinzen Alm

Immagine | Eggental.com

Moena – Paese

Moena - Paese

Moena (Moena in ladino) è un comune italiano di 2 625 abitanti della provincia autonoma di Trento, in Trentino-Alto Adige. Soprannominata la fata delle Dolomiti, è situata esattamente al confine tra le valli di Fiemme e Fassa, è uno dei 18 comuni che formano la Ladinia e uno degli 11 che formano la “Magnifica Comunità di Fiemme”.

Il comune di Moena si trova tra le Dolomiti ad un’altitudine compresa tra 1.094 e 2.823 metri sul livello del mare, mentre il capoluogo comunale è sito a 1.184 metri sul livello del mare, coronato dai gruppo dolomitico del Catinaccio (Roda di Vaèl), dei Monzoni (Cima Vallaccia, Sas da Pesmeda) e del Latemar (Monte Toac, Sas da Ciamp). A sud è dominato dalla boscosa mole del Sas da Mezodì, nel gruppo di Viezzena.

Il comune comprende tutto il bacino dell’Avisio compreso tra la frazione di Pezzé, a monte (Rif dal Termen, antico confine fra i principati vescovili di Trento e Bressanone), fino alla stretta valliva tra Forno e Mezzavalle (frazione del comune di Predazzo); ne sono però escluse la parte superiore della valle del Rif de Costalongia (divisa fra i comuni di Soraga e Vigo di Fassa) e gran parte della destra orografica della Valsorda (comune di Predazzo), mentre è di pertinenza moenese l’ampia area di Lusia-Bocche, al di là dello spartiacque dell’omonima catena, in Val Travignolo. L’estremità orientale del comune, al di là della linea di displuvio del Passo San Pellegrino, ricade all’interno del bacino della Piave ed è bagnata dal torrente Biois.

Il capoluogo si trova alla base geografica della Val di Fassa, prima che il torrente Avisio s’incanali nel lungo tratto vallivo che lo porta in Val di Fiemme; proprio nel paese, il corso d’acqua riceve le acque del Rio San Pellegrino e del Rio Costalunga, che scendono dagli omonimi passi.

All’interno della conca trovano spazio anche le frazioni di Someda (ad est, alla base del Sas da Pesmeda), Sorte-Sort (ad ovest, sotto il Sas da Ciamp) e Pezzé-Pecé (a nord, lungo la strada statale verso Soraga); più isolata e alta è Penìa (Peniola), posta a mezza costa a sud-ovest alle pendici del Latemar. Forno, situata lungo l’Avisio a 4 km a sud del capoluogo, ha rappresentato fino al 1928 un comune autonomo assieme alla sovrastante frazione di Medil, e mantiene caratteristiche proprie a livello identitario e linguistico (dialetto fiammazzo, di ceppo trentino, rispetto alla variante moenat del ladino fassano parlata nel resto del comune).

Moena è il secondo comune più popolato della Val di Fassa, di cui è parte integrante dal punto di vista geografico, linguistico ed economico; tuttavia mantiene legami profondi con la contigua Val di Fiemme, essendo parte della Magnifica Comunità e del decanato di Cavalese.

Il nome del comune, anticamente Moyena, deriva dal latino mollis, a testimoniare la natura acquitrinosa del fondovalle, un tempo in balìa delle acque dell’Avisio e dei suoi affluenti; la tradizione vuole la conca di Moena occupata da un vero e proprio lago, prosciugato dai primi abitanti per ricavarne terre coltivabili, e di cui rimane traccia solo nello stemma comunale che raffigura un barcaiolo.

Il toponimo “Moena” designava anticamente solo la parte più antica dell’abitato, posta sulla destra orografica dell’Avisio, e comprendente i rioni di Ciajeole, Cianton Tibaut, Salejada e Sotegrava. Sull’altro lato del torrente si trovano i rioni di Ramon, Longiarif, Ischiacia e Turchia; il nome di quest’ultimo sembra derivare dalla presenza di torchi per la lavorazione della canapa, nonostante la leggenda lo voglia far risalire alle leggende di un soldato turco fuggito dopo la sconfitta ottomana in seguito all’assedio di Vienna.

Nel secondo Novecento, in seguito al boom turistico, l’espansione edilizia ha interessato aree precedentemente coltivate, come Moene, Ciampian, Ciroch, Even, La Rossa, Spinac, Navalge e Valene. Dal 1952 Moena ospita il Centro addestramento alpino, scuola alpina della Polizia di Stato.

Fra le frazioni storiche, la maggiore è Someda, a mezzacosta, caratterizzata dall’omonimo forte austroungarico e dalla chiesa dedicata a San Rocco e San Sebastiano; le altre sono Sorte/Sort, con la chiesa di San Giuseppe, Penìa (con la chiesa di San Giovanni Nepomuceno) e Pezzé/Pecé. All’interno del comune ricadono anche gli abitati di Forno e di Medil, autonomi fino all’epoca fascista (e che costituiscono una Parrocchia ed un Comune Catastale separati). Altri luoghi abitati sono Passo di San Pellegrino e le località di Val, Fanch e Ronc.

Nel folklore locale, che assegna un soprannome agli abitanti di ciascun paese delle valli di Fiemme e Fassa, gli abitanti di Moena sono noti come maiali (porcié), quelli di Someda come cani, quelli di Sorte come cornacchie, quelli di Pezzé come rane e quelli di Forno come muli (mussi).

L’attività economica del paese è passata, la partire dagli inizi del Novecento, dall’agricoltura al turismo. Peraltro, l’allevamento, in particolare quello bovino, riveste ancora una certa importanza in realazione all’industria casearia per la produzione del formaggio Puzzone di Moena DOP. Anche la silvicoltura rappresenta una voce non trascurabile dell’economia locale.

Il comune ha una forte vocazione turistica, per la quale ha investito in impianti sciistici e ha predisposto sentieri attrezzati per godere la bellezza del paesaggio. Per l’attenzione per il turismo sostenibile e la mobilità dolce, il comune di Moena fa parte della cooperazione delle Perle delle Alpi.

Per quanto riguarda l’artigianato, è importante la produzione di mobili e di oggetti in legno, impreziositi da pregevoli decorazioni artistiche raffiguranti temi tipici locali, oltre alla produzione di sculture e all’attività di intagli.

Moena. (17 maggio 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 18 giugno 2020, 14:26 da it.wikipedia.org

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