Monte Secchieta

Monte Secchieta
Monte Secchieta

Secchieta è un toponimo che indica sia un monte (1 449 m s.l.m.) del Pratomagno, sia una frazione divisa tra il Comune di Montemignaio e quello di Reggello.

L’abitato è composto da una dozzina di abitazioni – case di villeggiatura nella quasi totalità dei casi – lungo la strada di collegamento tra il Pratomagno e Vallombrosa/Montemignaio. In località Secchieta è presente anche un rifugio/bar nell’area che ospita il Monumento alla Resistenza.

La sommità del Monte Secchieta si trova sulla dorsale del Pratomagno di cui è una delle vette più alte.

Il monte Secchieta ospita alla sua cima numerose postazioni radio-televisive: le antenne presenti coprono la diffusione radiotelevisiva in buona parte del territorio della Toscana.

La band locale Tacita Intesa ha usato le antenne come copertina del secondo album FARO.

Il Monte Secchieta è stato, a partire dagli anni ’60, una località sciistica grazie alla realizzazione di tre piste per lo sci alpino ed una lunghissima pista per lo sci di fondo, assai invidiate per l’estrema vicinanza a Firenze e la possibilità dei servizi offerti dalle vicine località di Saltino e Vallombrosa con cui si era creato un naturale comprensorio sciistico. Infatti, pur essendo la sommità della vetta in provincia di Arezzo, Secchieta si trova sul crinale che divide il Casentino dal Valdarno Superiore e, conseguentemente, le province di Arezzo e di Firenze.

Gli impianti sciistici sono stati in funzione fino al 1988, poi sono stati successivamente dismessi per mancato rinnovo della concessione da parte del Corpo Forestale dello Stato.

Nel versante aretino è presente un impianto di produzione di energia eolica.

Il Monte Secchieta ospita una delle 250 sedi del servizio Meteomont.

Secchieta. (10 gennaio 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 24 marzo 2020, 15:15 da it.wikipedia.org

Immagine | Gruppo Radioamatori Senesi

La Verna – Vista sul santuario e sul sagrato

La Verna -  Vista sul santuario, sul sagrato e sulla vallata

La Verna -  Vista sul santuario, sul sagrato e sulla vallata

Il santuario francescano della Verna, situato a pochi chilometri da Chiusi della Verna (provincia di Arezzo), all’interno del parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, è famoso per essere il luogo in cui san Francesco d’Assisi avrebbe ricevuto le stigmate il 14 settembre 1224[1]. Costruito nella parte meridionale del monte Penna a 1128 metri di altezza, il santuario – destinazione di numerosi pellegrini – ospita numerose cappelle e luoghi di preghiera e raccoglimento, oltre a diversi punti di notevole importanza religiosa.

Nell’agosto 1921 papa Benedetto XV elevò la chiesa al rango di basilica minore.[2

La Verna è il più famoso dei conventi del Casentino e uno dei luoghi più rilevanti del francescanesimo.

La fondazione di un primo nucleo eremitico risale alla presenza sul luogo di san Francesco, che nella primavera del 1213 incontrò a San Leo, in Montefeltro, il conte Orlando di Chiusi in Casentino, il quale, colpìto dalla sua predicazione, volle fargli dono del monte della Verna che successivamente divenne luogo di numerosi e prolungati periodi di ritiro. Negli anni successivi sorsero alcune piccole celle e la chiesetta di Santa Maria degli Angeli (1216-18).

L’impulso decisivo allo sviluppo di un grande convento fu dato dall’episodio delle stimmate (1224), avvenuto su questo monte, prediletto dal santo come luogo ideale per dedicarsi alla meditazione. L’ultima visita di Francesco al monte avvenne nell’estate del 1224. Vi si ritirò nel mese di agosto, per un digiuno di 40 giorni in preparazione per la festa di san Michele e, mentre era assorto in preghiera, ricevette le stimmate.

Da allora la Verna divenne un suolo sacro. Papa Alessandro IV la prese sotto la protezione papale, nel 1260 vi fu eretta e consacrata una chiesa, alla presenza di san Bonaventura e di numerosi vescovi. Pochi anni dopo venne eretta la cappella delle Stimmate, finanziata dal conte Simone di Battifolle, vicino al luogo ove era avvenuto il miracolo. Una cappella più antica, Santa Maria degli Angeli, costruita nel 1218 per san Francesco da Orlando, è raggiungibile dalla sacrestia della chiesa maggiore, iniziata nel 1348 ma rimasta incompiuta fino al 1459. Da quest’ultima i frati che risiedono alla Verna si recano in solenne processione due volte al giorno (alle 14 e a mezzanotte) verso la cappella delle Stimmate. Nella solennità delle stimmate (17 settembre) e anche in altre occasioni, molte comunità parrocchiali dei dintorni o fedeli e turisti provenienti da più lontano si recano a visitare questi luoghi, e i frati sono organizzati per ricevere ed accogliere circa 2000-3000 pellegrini.

Il convento venne parzialmente distrutto da un incendio nel XV secolo ed in seguito restaurato; nuovi restauri si ebbero nei tre secoli successivi. Nel 1810 e nel 1866 i frati ne vennero temporaneamente espulsi a seguito delle soppressioni degli ordini religiosi.

Di grande interesse naturalistico è la foresta monumentale de La Verna la quale è giunta fino ai giorni nostri anche grazie alla sapiente opera dei francescani che l’hanno curata nei secoli, in una perfetta armonizzazione tra uomo e natura. Il bosco principale è rappresentato dalla consociazione abete faggio, con esemplari che raggiungono i 50 metri di altezza e diametri fino a 180 cm. Nella zona nord-ovest del santuario è presente la faggeta pura. La foresta è caratterizzata anche da una straordinaria ricchezza botanica e dalla presenza di una numerosa fauna selvatica che annovera quattro specie di ungulati, il cervo, il daino, il capriolo e il cinghiale, oltre al loro predatore naturale, il lupo. Sono presenti anche numerose specie di uccelli, tra cui i rapaci gufo reale e falco pellegrino.

Santuario della Verna. (31 marzo 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 14 aprile 2020, 07:31 da it.wikipedia.org

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