Tresché Conca

Tresché Conca - Vista sul paese
Tresché Conca – Vista sul paese
Tresché Conca - Vista sugli impianti
Tresché Conca – Vista sugli impianti

Treschè Conca (Skada o Kunka in cimbro) è una località montana dell’Altopiano dei Sette Comuni, in provincia di Vicenza; un tempo comune autonomo, è ora inclusa nel territorio della municipalità di Roana. Conta una popolazione di circa 631 abitanti. Ha origine nel 1798 e si trova a circa 10 km da Asiago. È luogo di villeggiatura sia estivo che invernale.

Treschè Conca si trova tra Cogollo del Cengio e Canove di Roana (rispettivamente a nord della prima e a sud/sud-ovest della seconda), a 5 km ad ovest di Cesuna, a 10 km a sud di Roana e a 10 km a sud-ovest di Asiago.

È situata a 1079 metri di altitudine s.l.m.

Della località si hanno notizie sin dal Medioevo, quando è citato un castello di nome “Conca”.

Il termine “Treschè”, seguito dall’appellativo alto-tedesco o cimbro Kincel o Chinchel (che forse significava “Conca”) è citato invece a partire dal XIV secolo.

Nel 1400, si erano stabilite 26 famiglie. Il nucleo originario era rappresentato dai Panozzo (“raccoglitori di pannocchie”), famiglia proveniente da Cogollo del Cengio.

A partire dal 1798, Treschè Conca divenne un comune autonomo. Nello stesso anno, fu fondata anche la chiesa-oratorio, che costò la cifra di 1.200 ducati.

Nella chiesa-oratorio si verificò nel 1827 un’aperta contestazione nel confronti di un sacerdote, “reo” di prediche troppo lunghe o “imprudenti”.

Agli inizi del XX secolo, Treschè Conca registrò il suo picco demografico, con una popolazione di 1.000 abitanti, popolazione che in seguito si sarebbe fortemente ridotta a causa delle emigrazioni in Paesi stranieri.

Dopo il primo conflitto mondiale, il 16 maggio 1916, parte della popolazione di Treschè Conca, guidata dal parroco locale, si trasferì a Nanto. Qui, i “profughi” provenienti dall’Altopiano furono inizialmente trattati con ostilità.

Nel 1929, Treschè Conca passò definitivamente sotto l’amministrazione comunale di Roana.

Il 27 aprile 1945, nel corso della seconda guerra mondiale, si verificò ai Fondi di Treschè Conca la peggior rappresaglia da parte delle truppe tedesche che si sia mai verificata nei confronti della popolazione civile dell’Altopiano di Asiago.

Nel corso di quella che sarà ricordata come la strage di Treschè Conca, furono uccisi otto partigiani e dodici civili (due dei quali furono uccisi nella prima casa rastrellata, mentre gli altri dieci furono prelavati dalle loro case e in seguito fucilati).

Tra i punti d’interesse, vi è la “Fonte degli Elfi”, una scultura in pietra raffigurante personaggi del folclore cimbro, come folletti, maghi, ecc.

A qualche chilometro dal centro abitato di Treschè Conca, a Punta Corbin, si trova il Forte Corbin, un forte costruito tra il 1906 e il 1911.

Rimasto pressoché inattivo durante la prima guerra mondiale a causa della sua posizione arretrata rispetto al fronte, fu bombardato ed occupato dalle truppe austriache nel maggio 1916.

Dopo la guerra, fu utilizzato come caserma e luogo di addestramento.

Forte Corbin fu anche una delle location per il film del 1969, diretto da Ermanno Olmi, I recuperanti.

Ai margini del territorio di Treschè Conca, lungo la strada per Canove e nei pressi del bivio per Cesuna, si trova il “Museo dei cuchi”, un museo inaugurato nel 1987 e dedicato ai fischietti in terracotta, detti appunto “cuchi”.

In origine la popolazione di Treschè Conca era dedita principalmente all’allevamento del bestiame.

Scambi commerciali avvenivano soprattutto con Cogollo del Cengio e Pedescala.

Oggigiorno, la principale risorsa economica della frazione è rappresentata dal turismo.

Dal 1910 al 1958 era in funzione la Ferrovia Rocchette-Asiago che collegava Piovene Rocchette con Asiago passando per l’Altopiano dei Sette Comuni e ad Treschè Conca aveva la sua stazione ferroviaria, che dopo essere rimasta inutilizzata per anni venne adibita a sede dell’ufficio della Pro Loco.

Treschè Conca. (27 dicembre 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 8 gennaio 2021, 10:38 da it.wikipedia.org

Immagini Tresché Conca | Asiago.it e Asiago Webcam

Altopiano Asiago (Altopiano dei Sette Comuni)

Altopiano Asiago (Altopiano dei Sette Comuni)
Altopiano Asiago (Altopiano dei Sette Comuni)

L’altopiano dei Sette Comuni, conosciuto anche col nome di altopiano di Asiago (Altipian de Axiago o Altipian de i Sete Comuni in veneto, Hoaga Ebene vun Siiben Kameûn o Hòoge Vüüronge dar Siban Komàüne in lingua cimbra), è un vasto altopiano (del tipo d’acrocoro da corrugamento) che si trova sulle Prealpi Vicentine, nella parte settentrionale della provincia di Vicenza.

Secondo la Suddivisione Orografica Internazionale delle Alpi è un sottogruppo degli altipiani. Gran parte del territorio anticamente era suddiviso in sette circoscrizioni organizzate in una federazione autonoma (la più antica al mondo paragonabile a un moderno Stato federale) denominata Federazione dei Sette Comuni.

L’altopiano è stato abitato dalla minoranza etnica dei cimbri, che un tempo si distinguevano, tra l’altro, perché parlavano un particolare idioma di origine germanica, la lingua cimbra. Tale parlata, che è il più antico dialetto tedesco ancora esistente, è oggi utilizzata solo da pochi abitanti, consistenti tracce del cimbro sussistono tuttavia nel linguaggio colloquiale e nella toponomastica di tutta la zona.

Compreso tra i fiumi Astico e Brenta, il massiccio ha un’estensione, relativamente all’ambito amministrativo dei Sette Comuni, di 473,5 km², ma l’estensione geografica del gruppo montuoso nel suo insieme raggiunge gli 878,3 km² dato che parte del suo territorio ricade in altri ambiti amministrativi (come la val di Sella, la piana di Vezzena e parte della Marcesina in Trentino e le colline subalpine nella pedemontana vicentina). La sua altitudine è compresa fra gli 87 m e i 2341 m.

L’estensione dell’altopiano in senso stretto è invece pari a 560,1 km² con un’altitudine media di 1317 m.
Si tratta di un massiccio dalla forma pressoché quadrangolare esteso per circa 25 km in senso est-ovest e oltre 30 km in senso nord-sud ed è delimitato da un sistema di grandi scarpate. Esso occupa una posizione centrale nella fascia delle Prealpi Venete. L’altopiano, in senso stretto, è formato da una conca centrale con altitudine media che si aggira intorno ai 1000 metri, ed è delimitata verso Nord da un secondo altopiano sommitale racchiuso da una serie di cime che si elevano oltre i 2300 metri di altezza (massima elevazione in Cima XII), mentre verso Sud la conca è racchiusa da una serie di colli che digradano verso la pianura Padana.

Il gruppo montuoso è costituito da una successione di rocce sedimentarie che si sono depositate in ambiente marino tra 223 e 35 milioni di anni fa. Tutto l’acrocoro poggia su un basamento costituito da Dolomia, mentre gli strati superiori sono formati da calcari grigi (ricchi in fossili) ai quali spesso si aggiungono il biancone, il rosso ammonitico o la scaglia rossa in zone diverse.
Nella geomorfologia dell’intera zona un ruolo importante si deve attribuire alla dissoluzione carsica, tale da rendere la presenza di acqua in superficie assai rara mentre non sono poche le cavità sotterranee (2562 esplorate al 2009), alcune profonde oltre mille metri (come l’abisso di Malga Fossetta, -1.011 m).

La zona è ricca in fossili, in località Kaberlaba è stato scoperto il primo scheletro trovato in Italia di un plesiosauro. In diverse zone dell’altopiano il Rosso Ammonitico presenta un aspetto stratificato: queste formazioni tabulari (come quelle presenti sulle Melette) sono dovute all’azione disgregante del freddo sulle rocce (gelivazione) che avvengono in ambiente freddo (subnivale). La gelivazione, che frantuma esternamente la roccia più tenera, mette in risalto la differente composizione del calcare stesso (stratificazione).

Gran parte dell’altopiano (473,5 km²) è suddivisa in sette circoscrizioni (comuni) che fino all’avvento di Napoleone, nel 1807, erano organizzati in una federazione denominata Spettabile Reggenza dei Sette Comuni che costituiva uno Stato autonomo legato, più tardi, alle vicissitudini della Serenissima. I sette comuni appartengono tutti alla provincia di Vicenza (cui ne costituiscono un quinto del territorio), solo una piccola parte del territorio ricade entro i confini della provincia di Trento.

Circa il 90% del territorio dell’altopiano dei Sette Comuni non è proprietà privata e nemmeno proprietà pubblica demaniale, ma è di proprietà collettiva, ossia degli antichi abitanti, e soggetto a regolamento degli usi civici (vi è compresa tutta la parte settentrionale dell’altopiano stesso). Gli aventi diritto di uso civico sono iscritti in anagrafe specifica che li raggruppa per nuclei familiari, ed il capofamiglia, o chi ne fa le veci, rappresenta, di fronte all’amministrazione comunale, il diritto di uso civico di ogni singolo membro. Solamente circa il 10% del territorio è di proprietà privata. L’usanza di gestire il territorio attraverso la collettività trae origine dal diritto germanico e nasce con la fondazione della Federazione dei Sette Comuni; tale uso del territorio prendeva un tempo il nome di Beni della Reggenza, beni che erano amministrati dalla Reggenza stessa. Dopo la soppressione della Reggenza (nel 1807) i beni furono avocati allo Stato. Quando l’altopiano in seguito venne a trovarsi sotto il dominio austriaco (1815), detti beni, sotto la nuova denominazione di Beni del Consorzio dei Sette Comuni, furono restituiti agli antichi proprietari, ma erano amministrati da un funzionario del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1861, quando l’Austria concesse l’autonomia agli Enti morali, i beni tornarono nuovamente sotto amministrazione locale.
Solamente nel 1926 i Comuni si accordarono per una spartizione del patrimonio precedentemente amministrato in comune (anche se Lusiana ed Asiago si opposero alla spartizione). La suddivisione di tale patrimonio ha portato a far sì che tutta la parte settentrionale dell’altopiano ricade nel censuario del Comune di Asiago, ma la sua amministrazione in realtà è di competenza, su zone diverse, di tutti i sette antichi Comuni.

Tutto il territorio di proprietà collettiva rimane, comunque, inalienabile, indivisibile e vincolato in perpetuo alla sua antica destinazione ed appartiene in piena proprietà, ai sensi e per gli effetti dell’art. 8 della legge 16/06/1927, n. 1766, alla collettività.

Altopiano dei Sette Comuni. (24 giugno 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 26 giugno 2020, 12:59 da it.wikipedia.org

Image Altopiano Asiago | Arpa Veneto