Rifugio Città di Fiume

Rifugio Città di Fiume
Rifugio Città di Fiume - Vista sul Monte Pelmo
Rifugio Città di Fiume – Vista sul Monte Pelmo
Vista sul rifugio
Vista sul rifugio
Rifugio Città di Fiume - Vista sulla Marmolada
Vista sulla Marmolada
Rifugio Città di Fiume - Vista sul Monte Civetta
Vista sul Monte Civetta

Il rifugio Città di Fiume è un rifugio alpino delle Dolomiti situato nel comune di Borca di Cadore (BL), verso la fine della val Fiorentina, a quota 1.917 m s.l.m.

Si trova lungo le pendici del col della Puina (2.254 m), dominato a sud dal monte Pelmo (3.168 m).

Venne inaugurato il 20 settembre 1964 ricavandolo dalla malga Durona, costruita attorno al 1600 benché più volte rimaneggiata. È da sempre proprietà della sezione CAI di Fiume che, dopo gli eventi della seconda guerra mondiale, ha sede a Padova.

L’accesso più diretto avviene attraverso il sentiero 467, una comoda carrozzabile (accessibile solo ai veicoli autorizzati) che inizia a 1.663 m d’altitudine presso un tornante della provinciale 251 poco più a valle del passo Staulanza. In alternativa, può essere raggiunto dal vicino rifugio Aquileia (1.583 m).

Per il rifugio transita l’alta via n. 1 (segnavia 467 e 472).

Rifugio Città di Fiume. (6 marzo 2017). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 30 marzo 2017, 10:59 da it.wikipedia.org

Il Pelmo è una montagna delle Dolomiti di Zoldo (provincia di Belluno) che raggiunge i 3.168 m s.l.m. Si trova a est del passo Staulanza, separando la val di Zoldo e la val Fiorentina dalla valle del Boite.

La montagna è molto peculiare perché si articola in due massicci principali che sono il Pelmo vero e proprio, al centro, e il Pelmetto (2.990 m), a ovest. Tra loro si trova la Fessura, un canalone che culmina in una stretta forcella (2.726 m).

Altra caratteristica della montagna è la presenza del Valón (la cui parte superiore è detta Vant), un ampio circo glaciale aperto verso sudest e ben visibile dalla valle del Boite. Esso conferisce alla montagna la forma di un enorme sedile, con la cresta sommitale a fare da spalliera e le cosiddette Spalla Sud (3.061 m) e Spalla Est (3.024 m) da braccioli, tanto da essere soprannominata el Caregón de ‘l Padreterno (“il Trono del Padreterno”).

Ben più articolato il lato settentrionale, costituito dalle Crode di Forca Rossa (2.737 m) che proseguono verso nord con le Cime di val d’Arcia (2.626 m). Tra queste e il Pelmo vero e proprio si sviluppa il canalone detto val d’Arcia, in cui sussiste l’omonimo nevaio.

Il monte Pelmo è noto anche dal punto di vista paleontologico: ai piedi del Pelmetto, a quota 2.050 m, non lontano dal rifugio Staulanza, è stato rinvenuto dal ricercatore Vittorino Cazzetta di Pescul un masso con impronte di dinosauri. Un calco del masso con le tracce è visibile nel museo civico di Selva di Cadore intitolato a Cazzetta e nello stesso museo è anche possibile vedere lo scheletro di un cacciatore del mesolitico, scoperto dallo stesso Cazzetta sull’alpe di Mondeval, fra il Pelmo e i Lastoi de Formin.

Alla sua base sorgono tre rifugi alpini: il rifugio Venezia-Alba Maria De Luca (m 1.947, a est), il rifugio Città di Fiume (1.918 m, a nord-ovest) e il rifugio Passo Staulanza (1.766 m, a ovest).

Dal punto di vista amministrativo, il Pelmo è diviso tra i comuni di Zoldo Alto (versante sudovest), Borca di Cadore (versante nordovest e nord) e Vodo di Cadore (versante sudest e est). I confini dei tre enti convergono in corrispondenza della vetta.

Pelmo. (25 marzo 2017). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 30 marzo 2017, 11:01 da it.wikipedia.org

Immagine | Rifuginrete

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