Lago di Resia

Lago di Resia
Lago di Resia – Vista sul campanile sommerso

Il lago di Resia (Reschensee in tedesco) è un lago alpino artificiale situato a 1.498 m s.l.m. nel comune di Curon Venosta in Alto Adige, a nord del vicino lago di San Valentino alla Muta. Con la sua capacità di 120 milioni di metri cubi è il lago più grande della provincia di Bolzano.

I tre laghi naturali originari sono attestati nel 1373 come drei Seen auf der Malserhaide e nel 1770 come Rescher See.

Presso il passo di Resia si trovavano tre laghi naturali: il lago di Resia, il lago di Curon detto anche lago di Mezzo (ted. Grauner See o Mittersee) e il lago di San Valentino alla Muta. La costruzione di una grande diga nel 1950 unificò i primi due precedenti laghi e sommerse l’antico abitato di Curon Venosta che venne ricostruito più a monte. 163 case e 523 ettari di terreno coltivato a frutta furono sommersi. Se ne ricavò il bacino dell’attuale lago, lungo 6 km e largo 1 km nel punto di massima larghezza.

L’idea di sfruttare questi tre laghi per la produzione di energia idroelettrica risaliva all’anno 1910, ma solo nel 1920 furono presentate le relative domande per la concessione. Nel 1923 la stessa società che richiese la concessione (Comitato Promotore della Società Elettrica Alto Adige) entrò a far parte del gruppo Montecatini.

I lavori iniziarono nel 1939, ma per l’inizio della guerra furono prima rallentati e poi sospesi nel 1943. Nel 1946 nonostante le difficoltà economiche del dopo guerra, e la mancanza di tutte le materie prime necessarie alla continuazione dell’opera, i lavori furono ripresi anche grazie a investimenti svizzeri ed ultimati con l’inaugurazione il 28 agosto 1949.

La costruzione della diga accese vive proteste tra gli abitanti del luogo, i quali la interpretarono come un affronto del governo di Roma nei confronti dei sudtirolesi. Questi si recarono dal Papa per scongiurare la realizzazione dell’opera, ma ciò non servì.

Le difficoltà più grandi si ebbero per la mancanza delle indispensabili materie prime. Fu infatti importata per la prima volta della glicerina dall’Argentina per poterla usare come esplosivo. Fu inoltre portato il legname dalla Sila ed il cemento con i camion e convogli ferroviari dal nord Italia.

Ai lavori parteciparono 7.000 operai, per mille giornate lavorative, con un costo di 25 miliardi di lire. In totale furono scavati 35 chilometri di tunnel sotterranei, ed utilizzati 1,5 milioni di quintali di cemento, 10.000 t di ferro e 800 t d’esplosivo. Ma il costo più elevato fu quello di dover radere al suolo completamente il centro abitato di Curon Venosta, e parzialmente quello di Resia, che vennero ricostruiti in posizioni più elevate.

A inizio 2014 i ricercatori dell’EURAC di Bolzano hanno condotto uno studio di fattibilità per valutare il potenziale di “isole fotovoltaiche galleggianti” sul lago. Secondo lo studio la superficie di un lago in alta montagna potrebbe essere sfruttata per produrre energia.

La cima del vecchio campanile di Curon (Graun) emerge dalle acque ed è tuttora visibile; la struttura risale al 1357, mentre la chiesa che vi era annessa era stata costruita nel 1832-38. In inverno, quando il lago gela, il campanile è raggiungibile a piedi. Una leggenda racconta che in alcune giornate d’inverno si sentirebbero ancora suonare le campane, rimosse invece dal campanile il 18 luglio 1950 (prima della formazione del lago).

La chiesa di cui fa parte il campanile fu costruita verso la metà del Trecento. Il 9 luglio 2009 sono stati conclusi dei lavori di restauro del campanile romanico; il livello dell’acqua del lago era stato precedentemente (a maggio) leggermente abbassato per permettere i lavori di risanamento sulla statica della struttura, oltre che sulle crepe presenti negli angoli delle facciate nord e nord-est, causate con tutta probabilità dalle infiltrazioni dell’acqua nelle piccole fessure e dalle successive gelate invernali.

Anche il tetto è stato restaurato, dopo che l’ultimo intervento, come risulta dalla data impressa sulle tegole, risaliva al 1899. La spesa complessiva del restauro del 2009 si aggira sui 130.000 €.

Da dicembre a marzo sul lago ghiacciato si pratica lo sci di fondo, il pattinaggio e, grazie a venti forti e frequenti, lo snowkiting e la slitta a vela. Nel mese di luglio si tiene tradizionalmente il Giro del Lago di Resia (Reschenseelauf in tedesco).

Lago di Resia. (18 febbraio 2021). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 19 febbraio 2021, 11:53 da it.wikipedia.org

Immagine | Venosta.net

Aprica – Vista sul paese e sulle piste

Aprica - Valletta
Aprica – Valletta
Aprica - Palabione
Aprica – Palabione
Aprica - Piste
Aprica – Piste
Aprica - Paese
Aprica – Paese

Aprica (L’Abrìga, L’Avrìga o La Vrìga in dialetto valtellinese) è un comune italiano di 1 500 abitanti della provincia di Sondrio in Lombardia, situato a cavallo dell’omonimo passo, il più agevole tra la Val Camonica e la Valtellina, a cavallo tra Alpi Orobie e Alpi Retiche Meridionali, costituito da un’ampia sella piana lunga circa tre chilometri, oggi in buona parte edificata.

Aprica è edificata sull’omonimo passo, per cui sia il centro abitato che il territorio comunale sono compresi dal punto di vista idrografico sia nella Valtellina che nella Valcamonica.

Il clima di tipo tipicamente alpino, caldo ma dolcemente ventilato in estate, freddo in inverno.

Il comprensorio sciistico Aprica-Corteno, disegnato sul versante sud della grande sella aprichese, consta di oltre 50 km di piste, l’80% delle quali innevabili artificialmente. I tracciati sono suddivisi in 8 azzurri, 8 rossi e 4 neri, più 5 collegamenti. Composto da 4 aree integrate, è tutto interconnesso, sia verso il fondovalle che in quota. Dotato di un totale di 17 impianti di risalita, ha una portata oraria di 24.000 persone.

Quella del Palabione è l’area sciistica storica di Aprica. Nata nel primo dopoguerra e più volte ristrutturata, è situata nel cuore del comprensorio, collega la sommità al paese con 1100 m di dislivello.

La Magnolta è la parte più a ovest del demanio sciabile. Nata negli anni ’80, è dotata di circa 15 km di piste coperte da innevamento programmato, che raggiungono quota 2100 m circa,.

La skiarea del Baradello, di recente ristrutturazione (2004) e quasi totalmente coperta da innevamento artificiale, è costituita da circa 15 km. di piste di varie difficoltà, servita da una seggiovia quadriposto coperta, permette di arrivare a 1.970 m.

Inoltre i campi scuola (Campetti) sono raggiungibili con l’auto ed attigui a case, alberghi e altre attività commerciali.

Sono presenti, a pochi km di strada dal centro, alcuni tracciati per sci di fondo, racchette da neve e sci-escursionismo: Pian di Gembro e Trivigno. In paese, località al Plà, si trova infine un anello di fondo più piccolo, lungo 0,8 km, una specie di campo-scuola ad accesso libero.

Durante il periodo estivo è possibile praticare trekking su più di 50 itinerari escursionistici segnalati dal CAI di Aprica.

Per le mountain bike è presente in paese un bike skill center e, ad una quota di circa 1700 metri, un tracciato di cinque chilometri a mezza costa dal comprensorio del Palabione fino a Corteno Golgi. Nota biker di Aprica è Silvia Pinasco per la quale è stata costruita un’apposita pista tutta in pianura e senza curve per gli allenamenti.

Ad Aprica sono fruibili campi da tennis, una piscina coperta con centro benessere, un campo pratica di golf, un campetto da calcio. È inoltre possibile praticare agevolmente l’arrampicata sportiva, la pesca sportiva e il parapendio.

La località è stata per tre volte sede, dal 1975 al 1981, della Coppa del Mondo di sci alpino e, dopo gli albori degli sport bianchi negli anni ‘1920, di numerose altre competizioni nazionali ed internazionali di sci alpino (oltre che in passato sci di fondo), tra cui le World Series (vincitore Ingemar Stenmark), prove di Coppa Europa, Campionati nazionali e Campionati italiani e mondiali Maestri (tra i vincitori dell’edizione 1982 Zeno Colò).

Aprica è stata la prima località invernale lombarda ad ospitare la Coppa del Mondo di sci alpino.

Ad Aprica è presente una falesia su cui si pratica l’arrampicata sportiva e, all’interno del palazzetto dello sport, una palestra d’arrampicata dove sono state allestite pareti artificiali tra le più tecniche del panorama nazionale, su cui si sono disputate le quattro prove di Coppa del mondo lead di arrampicata elencate nella tabella che segue.

Aprica. (4 febbraio 2021). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 17 febbraio 2021, 14:54 da it.wikipedia.org

Immagini | Agenzia Cioccarelli e Aprica Online

Rifugio Primaneve sul Monte Tomba

Rifugio Primaneve sul Monte Tomba
Rifugio Primaneve sul Monte Tomba

Il Monte Tomba è una montagna delle prealpi bellunesi alta 868 m. La sua dorsale divide la provincia di Treviso dalla provincia di Belluno che sono messe in comunicazione attraverso la carrozzabile che passa per la cima. Rappresenta un contrafforte orientale del monte Grappa.

Durante la prima guerra mondiale (Prima battaglia del Piave) di qui passava il fronte del Grappa dopo la rotta di Caporetto e fu uno dei punti in cui la pressione nemica si fece più sentire. Gli Imperi Centrali si rivolgevano in particolare contro il triangolo ai cui vertici stavano le cime del Tomba, del Monfenèra e del Cornella. La zona del Tomba fu sottoposta, inoltre, ad una violenta azione di artiglieria (18 novembre 1917), seguita da attacchi e contrattacchi accaniti che contesero il terreno metro per metro finché, in dicembre, gli Austro-Ungarici retrocedettero. Quando, nel giugno 1918, essi ripresero l’offensiva (Seconda battaglia del Piave), il monte Tomba fu ancora uno dei baluardi più contesi finché, il 30 giugno di quell’anno, passò definitivamente in mano italiana.

Monte Tomba. (25 gennaio 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 16 febbraio 2021, 09:09 da it.wikipedia.org

Immagine Rifugio Primaneve | rifugioprimaneve.it