Lago di Lod – Chamois

Lago di Lod - Chamois
Lago di Lod – Chamois

Il lago di Lod (pron. Ló) è un piccolo lago alpino situato nei pressi di Chamois, in Valle d’Aosta.

Secondo la pronuncia del patois valdostano, il toponimo Lod va pronunciato come “Lò”, come per molti altri toponimi e cognomi valdostani e delle regioni limitrofe (la Savoia, l’Alta Savoia e il Vallese) e come i due laghi foneticamente omonimi nei comuni di Antey-Saint-André, omografo del presente lago, e del Lago di Loz, nel comune di Valtournenche.

Il lago si trova a 2015 m s.l.m. in una conca circondata da prati e gruppi di larici. Durante la salita da Chamois, si gode di un’ampia vista soprattutto sul versante occidentale della Valtournenche, dove si individuano con facilità la Becca d’Aver, la punta Cian ed il mont Pancherot.

Il lago è comodamente raggiungibile con una seggiovia partente da Chamois, in località Corgnolaz, o alternativamente tramite una salita su un sentiero della durata di circa mezz’ora.

Assai frequentata è la passeggiata che parte da La Magdeleine, raggiunge Chamois e sale quindi al lago di Lod, evitando l’uso della cabinovia per Chamois e di altri impianti di risalita: l’itinerario, interamente su carrareccia, richiede una camminata di un’ora e 35 minuti, superando un dislivello di 300 m circa, per una lunghezza di 9 km (ritorno compreso).

Immagine | Valle d’Aosta

Monte Musinè

Monte Musinè
Monte Musinè

Il monte Musinè (mont Musinè in piemontese) è una montagna delle Alpi Graie alta 1.150 m s.l.m.

Si trova all’inizio della Val di Susa e interessa i comuni di Caselette, Almese e Val della Torre. È la montagna più vicina a Torino, dai 12 ai 25 km in linea d’aria a seconda della posizione in città, ma nonostante la vicinanza a volte a causa della foschia in pianura e nella bassa valle non risulta visibile.

Il nome Musinè viene generalmente considerato una contrazione del piemontese monte degli asini (Mont Asinè), ma è un luogo comune tanto diffuso quanto sbagliato; l’origine storica del nome è ben diversa. Numerose attestazioni in documenti medievali lo indicano come mons Vicinea (in un documento del 1020), Vesenius (intorno al 1150), Vesinerius (nel 1208), Vixinerius (nel 1302): varianti di un unico termine derivato da vicus (= villaggio); il mons Vicinea era cioè la “montagna del villaggio”, e il suo nome ricorda un’antica organizzazione (forse già di età romana) di una comunità che vi esercitava diritti di uso su terre comuni. L’espressione “monte Asinaro” compare in documenti d’archivio ai primi del Settecento; ma accanto ad essa si trova spesso la voce “Musinero”, che è lo sviluppo volgarizzato della denominazione medievale, mentre “monte Asinaro” è probabilmente il risultato di un’interpretazione pseudoerudita che cercava di spiegare l’etimologia di “Musinero” senza conoscerne (o senza saperne riconoscere) l’antecedente medievale.

Il Musinè è la montagna più orientale della lunga cresta spartiacque che separa il bacino della Dora Riparia da quello della Stura di Lanzo; la vetta principale presenta un’anticima settentrionale (il Truc dell’Eremita, 1.101 m) ed è circondata da una serie di elevazioni satelliti: a est il rilievo a quota 535 sul quale sorge il santuario di Sant’Abaco, a ovest il Truc Randolera (666 m) e a nord-est il monte Calvo (551 m). Il Musinè è separato dal vicino monte Curt (1.323 m) da una lunga costiera boscosa che ha il suo punto più basso nel colle della Bassetta (945 m). Sul versante sud è situato il Piano Domini a circa 450 di quota e lungo all’incirca 700 metri, dove si gode di un ampio panorama che spazia dalla pianura torinese alle vette dell’alta Valsusa. Per pian Domini passa la cosiddetta pista tagliafuoco, che parte dalla località Rivera di Almese e, dopo aver dato origine a una diramazione verso Madonna della Bassa, finisce presso il campo sportivo di Caselette ovvero il punto di partenza più noto per l’ascesa alla vetta del Musinè.

Situato a circa 20 km a ovest di Torino, il Musinè ricade nei territori comunali di Caselette e Almese (a loro volta appartenenti alla Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone) e in quello di Val della Torre (Comunità Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone). La montagna è completamente inclusa, assieme ai laghetti a nord di Caselette, nel Sito di Interesse Comunitario (SIC) della rete europea Natura 2000 “Monte Musiné e Laghi di Caselette” (codice IT1110081).

Sulla vetta è stata eretta nell’anno 1901 una croce bianca in cemento armato, alta ben 15 metri (restaurata nel 1991, la quale permette di distinguere facilmente il Musinè da tutte le altre montagne del gruppo. Sulla cima del monte, che è costituita da un grande piazzale erboso disseminato di rocce affioranti, si trova anche una tavola di orientamento, in acciaio inossidabile, con l’indicazione delle principali montagne (tra cui il Cervino) visibili da quel punto a occhio nudo nelle giornate di bel tempo. A sua volta il Musinè domina la pianura torinese ed è visibile anche da molto lontano, per esempio dalle Alpi Biellesi.

Da un punto di vista geologico il Musinè è noto come uno dei migliori esempi di affioramento in superficie del mantello terrestre. Si tratta di una scaglia di mantello continentale che venne sollevata e portata alla luce da movimenti tettonici di rifting. Le rocce di cui è costituito sono principalmente di tipo ultrabasico (con presenza di peridotiti, olivina, spinello) e si presentano in uno stato molto vicino a quello originario, non essendo state trasformate del metamorfismo che ha invece interessato varie altre zone della catena alpina. Perifericamente rispetto alla cima in alcune aree le rocce originarie si sono trasformate in serpentiniti. Alle falde del Musinè sono presenti depositi morenici caratterizzati da tessitura molto variabile e che comprendono frammenti rocciosi anche di grandi dimensioni (massi erratici). Questi depositi fanno parte della morena laterale sinistra dell’Anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana.

Il Monte Musinè è stato individuato dalla L.R. n.19 del 2009 come SIC (Sito di Interesse Comunitario) con denominazione “Monte Musinè e Laghi di Caselette”. I SIC sono parte della rete Natura 2000, una rete ecologica continentale che al di là della tutela di singole specie o aree vuole difendere la vitalità delle popolazioni isolate permettendo lo scambio di individui tra i vari siti. Il codice assegnato al SIC del Monte Musinè è IT1110081; l’area protetta si estende per 1.524 ettari e comprende, oltre al Musinè, anche i rilievi morenici che lo incorniciano e i piccoli laghi intramorenici di Caselette e di San Gillio (Lago Borgarino). L’inclusione di un’area in un SIC deve, per legge, essere tenuta in debito conto nella Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e Valutazione Ambientale Strategica (VAS) prescritte per la realizzazione di grandi opere (quali le infrastrutture di trasporto). Per ogni SIC la Regione Piemonte deve adottare un Piano di Gestione che fornisca indicazioni per una sua gestione in grado di evitare “alterazioni che ne pregiudichino lo stato di conservazione”

L’ascensione del Musinè è un itinerario di tipo prettamente escursionistico. Il sentiero più frequentato segue tutto il crinale sud-est che parte dal campo sportivo di Caselette (378 m). Prima raggiunge il santuario di Sant’Abaco, dove lungo il sentiero vi sono delle cappellette che funzionano da stazioni della via crucis, poi si inerpica dietro al santuario percorrendo integralmente la cresta sudest, per la quale in poco più di un’ora si può raggiungere la vetta. Dalla cima nelle belle giornate si gode di un buon panorama a 360°. Essendo il versante esposto al sole, il periodo più indicato per effettuare la salita va da ottobre a maggio, in quanto durante la stagione estiva il caldo può risultare fastidioso. Altri sentieri salgono alla cima da Almese, Rivera, Milanere o dalle varie frazioni di Val della Torre.

Per chi si cimenta nell’ascensione del Musinè è d’obbligo fare attenzione alla processionaria dei pini, un lepidottero le cui larve possono arrecare danni alla salute dell’uomo e a quella di animali.

La montagna è di interesse prevalentemente escursionistico, ma attorno ad essa sono sparsi parecchi massi erratici sui quali, in particolare a partire dagli anni settanta del Novecento, sono state descritte varie vie di arrampicata. Molti di questi massi sono ancora oggi apprezzati dagli amanti del bouldering.

Più di recente sul versante meridionale della montagna sono state aperte altre vie di arrampicata, tra le quali In Hoc Signo Vinces, la via Ivano Boscolo e quella degli speroni.

Monte Musinè. (13 gennaio 2022). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 19 gennaio 2022, 13:40 da it.wikipedia.org

Immagine | WeatherCam

Prato Nevoso

Prato Nevoso
Prato Nevoso – Vista sulle piste

Prato Nevoso (o anche Pratonevoso) è una località sciistica, frazione del comune di Frabosa Sottana, in provincia di Cuneo, nei pressi di Mondovì, facente parte del Mondolè Ski. La sua offerta sciistica è rivolta maggiormente a una clientela di livello sciistico di media difficoltà per la relativa facilità delle sue piste, ma il richiamo turistico è notevole perché la stazione è situata in una zona molto soleggiata e calda. L’intraprendenza dei suoi gestori ed il continuo rinnovamento dei suoi impianti di risalita le hanno regalato l’appellativo di “Sestriere del Cuneese”.

La sua storia risale ai primi anni sessanta quando un gruppo di imprenditori liguri decise di creare una stazione invernale facilmente raggiungibile sia da Savona e Genova che da Torino. La scelta cadde su degli alpeggi situati nel comune di Frabosa Sottana ad una altitudine di oltre 1500 metri. I veloci lavori di edificazione ed i bassi costi iniziali degli appartamenti favorirono un rapido popolamento del nuovo comprensorio turistico e la presenza dell’autostrada A6 Savona-Torino (raddoppiata negli anni novanta) ha contribuito accelerando ulteriormente tale processo e consentendo a Prato Nevoso di diventare meta abituale soprattutto per nuclei familiari. Nello stesso arco di tempo il segno demografico di Frabosa Sottana, che da settant’anni stava perdendo progressivamente abitanti, ha invertito rotta tanto che il comune ha registrato da allora un nuovo incremento nella popolazione residente.

Purtroppo la veloce edificazione non ha seguito nessun principio di etica urbanistica, le cosiddette “Stalle Lunghe” sono un’opera a dir poco superflua. Altro esempio di edificazione recente, è il condominio “Orsa Minore” situato sul Colle del Prel (1620 m) e, per larga parte,disabitato. Da tempo ormai si seguono canoni di edificazione selvaggia di residence/condomini che deturpano il territorio.

Negli anni novanta la ripetuta scarsità di precipitazioni nevose aveva portato la stazione in uno stato di crisi dal quale si è risollevata grazie ad un’opera di ammodernamento degli impianti di risalita, non più sufficienti alla richiesta degli amanti dello sci, un aumento del numero dei cannoni impiegati per l’innevamento artificiale e per ultimi l’adozione dell’illuminazione di due piste per praticare lo sport dello sci anche in ore serali e la realizzazione di uno snowpark per gli amanti dello snowboard.

Nel rilancio della stazione, infine, non è da sottovalutare l’ottima realizzazione del collegamento con gli impianti di risalita della vicina stazione gemella di Artesina ed in seguito con quella di Frabosa Soprana che ha permesso la nascita e l’ampliamento del maxi comprensorio sciistico Mondolè Ski. La forte richiesta di case per le vacanze ha generato in anni più recenti una nuova iniziativa di grande respiro basata su un progetto per un migliaio di nuovi appartamenti teso a sviluppare particolarmente la parte del borgo nuovo.

A partire dall’anno 2000 la gestione della stazione sciistica passa agli imprenditori Gianluca Oliva e Andrea Biasotti che con importanti investimenti finanziari, la trasformano in una stazione viva e ricca di aventi, con particolar attenzione all’aspetto divertimento degli ospiti. Gli impianti di proprietà vengono continuamente rinnovati e modernizzati, questo ha fatto sì che Prato Nevoso e il Mondolè siano diventati, con i loro 130 km di piste, il comprensorio più grande della provincia di Cuneo.

Grazie alla realizzazione di un impianto di innevamento centralizzato viene garantita la presenza di neve sull’intero comprensorio di Prato Nevoso, dalla conca alle piste da discesa. Vengono realizzati nuovi edifici in una zona soleggiata e vicinissima agli impianti, il Borgo Stalle Lunghe che è diventato un bellissimo e moderno complesso residenziale integrato nel paesaggio. Qui sono presenti appartamenti di lusso, residence, un centro estetico, una SPA per il rilasso dopo una giornata passata sulle piste, una palestra e, inoltre, negozi e ristoranti.

L’operazione ha dato impulso ad una nuova vita, anche estiva, per Prato Nevoso. Gli amministratori della società hanno voluto puntare anche e soprattutto sulle famiglie facendo diventare Prato Nevoso la stazione dei bambini. Per questo motivo, in Conca, è stato realizzato il Prato Nevoso Village, il parco giochi sulla neve con gonfiabili, piste tubing ed animazione giornaliera.

Sono state organizzate anche attività rivolte ai giovani, anche sotto l’aspetto divertimento con l’organizzazione di grandi eventi totalmente gratuiti: Si inizia l’8 dicembre con l’Open Season, la festa di apertura della stagione invernale con la presenza di grandi artisti ogni anno diversi, per poi proseguire con il Capodanno in Conca e con lo Spring Splash, che nel 2018 è arrivato alla sua dodicesima edizione. Durante l’inverno sono organizzati i Winter Wheels, la gara di moto e quad sulla neve, con discese in bicicletta, a kermesse di freestyle, a gare di bob e molti altri.

La stagione 2009-2010, dopo 150 giornate di sci, con impianti aperti e piste perfettamente agibili, si è chiusa facendo registrare numeri molto elevati: 413.500 presenze per un totale di oltre 4.600.000 passaggi agli impianti di risalita. I mesi con più presenze sono stati Gennaio, con 115.000 presenze per circa un milione e 350.000 passaggi, e Febbraio, con 125.000 presenze per circa 1 milione e mezzo di passaggi. Il comprensorio sciistico del Mondolé si attesta tra i più grandi ed i più visitati nel panorama nord-ovest italiano, con una notevole presenza di stranieri provenienti per lo più dalla Francia, Inghilterra e Germania.

Oltre agli sport invernali, Prato Nevoso è stato arrivo di tappa del Giro d’Italia e del Tour de France:

Da alcuni anni la stazione si rivolge in modo particolare alle persone disabili che vogliano sciare, mettendo a disposizione tecnici e maestri specializzati nell’insegnamento dello sci e snowboard ai portatori di disabilitá, utilizzando attrezzature idonee e strutture adeguate.

Prato Nevoso. (4 marzo 2021). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 10 novembre 2021, 09:25 da it.wikipedia.org

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