Marsico Nuovo

Marsico Nuovo
Marsico Nuovo

Marsico Nuovo è un comune italiano di 4.223 abitanti della provincia di Potenza, in Basilicata.
Posto a 865 m sul livello del mare, si sviluppa su tre colline che dominano la Val d’Agri.

Ritrovamenti archeologici casuali hanno permesso di attribuire con certezza al territorio una frequentazione già in epoca preromana e forse un abitato nella parte alta della collina della Civita, identificato ipoteticamente con Abellinum Marsicum, menzionato da Plinio, e databile tra il V ed il IV secolo a.C. Il centro era collocato in posizione strategica a controllo dell’imbocco della Val d’Agri e delle vie verso il Salernitano e il Potentino.

La città di Abellinum Marsicum aveva fatto parte della federazione di città stato lucane che si oppose alla penetrazione romana in Lucania. Dopo la fondazione della colonia romana di Grumentum il centro lucano decadde, per riprendersi con la creazione della via Herculea tra le colonie di Venusia e di Grumentum. Sul tracciato della via, del quale è stato rinvenuto un miliario sorse una statio, citata con il nome di Acidios, Aciris, Agri.

Con l’arrivo dei Longobardi e le lotte tra questi e Bizantini e Saraceni ebbe nuovamente importanza strategica, trovandosi sul confine meridionale del principato longobardo di Salerno: il principe Gisulfo I intorno al 940, elevò la città a contea a capo di un vasto territorio. La città venne fortificata e registrò una consistente crescita demografica, ottenendo il titolo di civitas.

Nel 1054 venne trasferita a Marsico la sede episcopale della diocesi di Grumentum. Con i Normanni venne posta come capoluogo amministrativo di un territorio che si estendeva su quasi tutto il Vallo di Diano e il basso Cilento. Roberto il Guiscardo, divenuto principe di Salerno, l’affidò in feudo a Rinaldo Malaconvenienza, figlio di Asclettino. Nel 1144 fu fatto conte di Marsico un Altavilla, Silvestro, figlio del conte di Ragusa e cugino diretto del re di Sicilia. Agli Altavilla succedettero i Guarna e nel XIII secolo la contea di Marsico passò ai Sanseverino.

I conti di Marsico furono quasi tutti gran connestabili e consiglieri reali, influenzando la politica del regno per tutto il periodo angioino, e con gli aragonesi divennero principi di Salerno.

L’ultimo conte di Marsico e principe di Salerno, Ferrante Sanseverino, entrato in contrasto col viceré di Napoli fu esiliato nel 1552 ed i suoi feudi furono messi in vendita. L’Universitas marsicana riuscì a raccogliere la somma necessaria al riscatto e la città venne perciò ascritta al regio demanio.

Nel 1638 però, essendo le casse vicereali in dissesto ed i cittadini impossibilitati a reperire le somme necessarie al mantenimento dell’autonomia amministrativa, la città fu nuovamente messa in vendita ed acquistata dalla famiglia Pignatelli col titolo di principi. Nel 1647 la città fu interessata dai tumulti popolari collegati ai moti rivoluzionari di Masaniello. Il principe Francesco Pignatelli fu costretto alla fuga mentre una decina di cortigiani venivano trucidati dalla folla in rivolta. La peste del 1656 dimezzò la popolazione e solo nel XIX secolo la città poté riacquistare un rilevante peso demografico superando i diecimila abitanti a metà secolo.

Nel febbraio del 1799 anche a Marsico fu innalzato il simbolico ”albero della libertà”: gli stessi feudatari Diego e Vincenzo Pignatelli ed il vescovo Bernardo Maria Della Torre erano a favore delle idee rivoluzionarie e la città aderì presto alla Repubblica Partenopea, subendo danni dalle bande sanfediste. La città nel 1820 era già sede di una “vendita” carbonara (la “Scuola dei costumi”) e partecipò alle lotte risorgimentali.

Nel 1857 la città fu colpita dal terremoto che rase al suolo gran parte dei paesi limitrofi. Qualche anno dopo subì fatti di sangue che videro protagonisti i capibanda locali Angelantonio Masini e Federico Aliano, detto “Forgiarello”, di Paterno.

Nel XX secolo la città si impoverì a seguito delle ondate migratorie seguite alle due guerre mondiali.

Marsico Nuovo. (20 aprile 2016). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 10 maggio 2016, 08:50 da it.wikipedia.org

Immagine | Comune di Marsico Nuovo

Rifugio Ferraro – Vista su Champoluc e la Valle di Nana

Rifugio Ferraro - Vista su Champoluc e la Valle di Nana

La Val d’Ayas è una vallata alpina situata in Valle d’Aosta. Si colloca ai piedi del gruppo del Monte Rosa.

La denominazione Val d’Ayas è moderna, utilizzata principalmente in seguito alla nascita dell’alpinismo. Il territorio di Ayas, in cima alla valle, divenne allora un polo d’attrazione in tal senso. La cartografia precedente utilizza la denominazione Val Challant o Val de Challant-Ayas.

La val d’Ayas è una valle laterale di sinistra della valle d’Aosta. Confina a nord con il Vallese (Svizzera), ad est con la valle del Lys, a sud con la valle della Dora Baltea e ad ovest con la Valtournenche.

Fanno da corona alla valle alcune vette che superano i 4000 metri facenti parte del gruppo montuoso del Monte Rosa. In particolare tra queste si ricordano: Monte Breithorn (4.164 m), Roccia Nera (4.057 m), Castore (4.228 m), Polluce (4.092 m).

Dalle vette scendono molti ghiacciai. Tra questi il principale è il Grande Ghiacciaio di Verra.

La valle è attraversata dal torrente Evançon, affluente della Dora Baltea.

Tra i canali (rûs) artificiali, da segnalare il Rû Courthod, che conduce le acque del torrente del vallone di Courthod fino al col de Joux, e in seguito fino a Saint-Vincent, lungo un percorso di 25 chilometri.

Val d’Ayas. (31 agosto 2015). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 16 settembre 2015, 10:55 da it.wikipedia.org

Il rifugio Ferraro è situato il Valle d’Ayas, e precisamente a circa 45 minuti di cammino da Saint Jacques; potete arrivare percorrendo la strada Statale 505 sino al fondo valle.

Il rifugio è stato edificato su una struttura di architettura Walser, come testimoniano le iscrizioni sull’architrave all’ingresso.

Da Rifugioferraro.com

Immagine Rifugio Ferraro | Rifugi In Rete

Miglionico – Vista panoramica

Miglionico - Vista panoramica - Puntamento NW
Miglionico – Puntamento NW
Miglionico - Vista panoramica - Puntamento NE
Puntamento NE

Migliónico ([mi’ʎʎoniko], Megghiuòneche in dialetto locale) è un comune italiano di 2 445 abitanti della provincia di Matera in Basilicata.

È nota per le vicende legate al Castello del Malconsiglio ove si tenne la Congiura dei baroni contro re Ferdinando I di Napoli. È inoltre affiliata all’Associazione Nazionale Città dell’Olio, un ente che si occupa della promozione e valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva e dei territori di produzione.

Miglionico è situata nella media valle del Bradano, e sorge su una collina tra i fiumi Bradano e Basento nella parte centro-orientale della provincia. Nel suo territorio si trova la riserva regionale San Giuliano, in quanto il versante destro del fiume Bradano e del lago di San Giuliano appartengono in parte al territorio del comune. Si trova a 461 m s.l.m. e confina a nord con il comune di Matera (21 km), ad est con Pomarico (10 km) e Montescaglioso (24 km), a sud con Ferrandina (15 km) e ad ovest con Grottole (13 km). Dista 21 da Matera e 83 km dal capoluogo di regione Potenza.

Una volta, quando non esisteva la Strada statale 407 Basentana, era via obbligata per chi dal litorale jonico doveva addentrarsi nella Lucania per raggiungere Potenza e da lì Napoli.

Le origini di Miglionico sono remote, probabilmente risalenti ad una città enotria, come testimoniato da tombe e vasi risalenti fino al VI secolo a.C. rinvenuti nel suo territorio. Secondo la tradizione Miglionico fu fondata da Milone, dal quale deriverebbe anche il nome della città; questi fu un celebre atleta di Crotone del VI secolo a.C., vincitore nella battaglia contro Sibari, e definito olimpionico in quanto più volte vincitore come lottatore nei Giochi Olimpici. Secondo un’altra interpretazione invece il Milone fondatore di Miglionico fu Milone di Taranto, un luogotenente di Pirro che prese parte anche alla battaglia di Heraclea, che giunto sulle colline tra il Bradano ed il Basento vi fondò una colonia militare chiamandola Miglionico. Milone munì Miglionico di grandi mura, come recita la frase Milo Magnus Miles Me Munivit Magnis Muris, rappresentata dalle sette M iniziali presenti sullo stemma del comune. Dopo la colonizzazione greca, divenne città lucana, poi passò sotto i Sanniti fino al 458 a.C., anno in cui fu espugnata dai Romani. La storia di questo centro è strettamente legata a quella del suo imponente castello.

A partire dall’estate del 2011, tra il centro storico e la corte del Castello del Malconsiglio si svolge la rievocazione storica della Congiura dei baroni; il centro antico è riadibito a borgo medioevale con gli antichi mestieri, spettacoli di falconeria, disfide e corteo storico fino al castello.

Dal 1928 al 1972 era in funzione anche la ferrovia Bari-Matera-Montalbano Jonico a scartamento ridotto delle FAL e a Miglionico aveva la sua stazione ferroviaria tuttora esistente ma in stato di abbandono.

Miglionico. (18 giugno 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 8 luglio 2020, 08:17 da it.wikipedia.org

Immagine | Meteo Miglionico