Isole Faroer (Fær Øer, Isole Faroe o Feringie)

Kirkja
Isole Faroer – Kirkja
Gjógv, Tjørnuvík, Saksun
Gjógv, Tjørnuvík, Saksun
Hósvík, Selatrað, Sundið
Hósvík, Selatrað, Sundið
Borðan
Borðan
Mykines
Mykines
Suðuroy
Suðuroy
Suðuroy
Suðuroy

Le Isole Faroer (Fær Øer, in italiano anche: Isole Faroe o Feringie; in faroese: Føroyar; e in danese: Færøerne) sono le 18 isole che formano un arcipelago situato al largo delle coste settentrionali dell’Europa, tra il Mare di Norvegia e il nord dell’Oceano Atlantico, in mezzo tra l’Islanda e la Scozia.

Le isole sono una Nazione costitutiva del Regno di Danimarca e del Folketing, ovvero il Parlamento danese, che comprende anche Danimarca e Groenlandia. Hanno ottenuto l’autonomia nel 1948 e nel corso degli anni hanno acquisito il controllo su quasi tutte le questioni di politica interna, ma non la difesa e gli affari esteri. Con l’eccezione di una piccola forza di polizia e guardia costiera, non hanno una forza militare organizzata, che rimane responsabilità della Danimarca.

Le Fær Øer hanno legami tradizionali con l’Islanda, le Shetland e le Orcadi, le Ebridi e la Groenlandia. L’arcipelago si separò politicamente dalla Norvegia nel 1815. Le Fær Øer hanno due rappresentanti nel Consiglio nordico (il forum di cooperazione dei governi dei Paesi nordici). Con l’Islanda, l’Irlanda e il Regno Unito, le Fær Øer si contendono l’isolotto di Rockall.

Le Fær Øer sono un arcipelago formato da 18 isole, al largo delle coste settentrionali dell’Europa, tra il Mare di Norvegia e il nord dell’oceano Atlantico, a metà strada tra l’Islanda e la Norvegia. Le loro coordinate sono 62°00′N 6°47′W, hanno una superficie di 1399 km², e non presentano grandi laghi o fiumi. La linea costiera si estende per 1117 km, è contornata in molti punti da scogliere e ovviamente non ha confini di terra con alcun paese. Le isole sono scoscese e rocciose, con pochi picchi. Il punto più alto è il Slættaratindur, 882 metri sopra il livello del mare. La sola isola disabitata è Lítla Dímun.

Le 18 isole di cui si diceva sopra sono Fugloy, Svínoy, Borðoy, Viðoy, Kunoy, Kalsoy, Eysturoy, Streymoy, Vágar, Mykines, Hestur, Koltur, Nólsoy, Sandoy, Skúvoy, Stóra Dímun, Lítla Dímun e Suðuroy.

Secondo la classificazione dei climi di Köppen, le Fær Øer hanno un clima oceanico subpolare. Tuttavia, è fortemente rilevante l’influenza riscaldante esercitata qui dall’Oceano Atlantico, e in particolare dalla corrente nord-atlantica. Questo, unito al continuo transito di perturbazioni provenienti da nord-ovest, garantisce inverni miti (con la temperatura media compresa tra i 3 °C e i 4 °C) ed estati fresche (temperatura media tra 9,5 °C e 10,5 °C).

Le isole spesso sono battute dal vento e avvolte nella nebbia. Hanno inoltre un cielo quasi sempre coperto, tanto che in media si registrano 260 giorni all’anno con precipitazioni e che i giorni soleggiati risultano più rari di quelli nuvolosi. Le isole si trovano proprio lungo il percorso di depressioni in movimento verso nord-est, e questo significa che si possono avere forti venti e pesanti piogge in ogni periodo dell’anno.

Il 5 settembre 1966 le Fær Øer furono colpite dall’uragano Faith, con venti che superarono i 160 km/h. Poco dopo aver colpito la capitale Tórshavn, esso fu declassato a “tempesta extratropicale”.

La registrazione dei dati meteorologici nelle Fær Øer prese avvio nel 1867.

Sull’isola Vágar è attivo l’omonimo aeroporto, da cui partono voli per diverse destinazioni in Danimarca e in Europa, mentre dal porto di Tórshavn ci sono collegamenti regolari con nave-traghetto per Norvegia e Danimarca.

A causa del territorio roccioso e scosceso delle Fær Øer, per lungo tempo il suo sistema di trasporti non è stato tanto esteso quanto quello di altri Paesi. Questa situazione è cambiata, e oggi le infrastrutture sono state sviluppate estensivamente. Circa l’80% della popolazione nelle isole è connessa da tunnel che passano al di sotto delle acque, da ponti e da argini che collegano le tre isole più grandi nel nord-est, mentre le altre due maggiori isole a sud sono connesse alla concentrazione urbana settentrionale con moderni e veloci traghetti.

In particolare il tunnel Norðoyatunnilin, lungo 6300 metri sotto lo stretto del Leirvíksfjørður, che collega la città di Klaksvík sull’isola di Borðoy con la città di Leirvík sull’isola di Eysturoy ha velocizzato i collegamenti all’interno delle isole.

Ci sono buone strade che collegano ogni villaggio nelle isole, eccetto sette piccole isole dove sorge un solo villaggio che sono comunque collegate con navette che le raggiungono almeno due volte al giorno. A oggi altri tunnel sono in progettazione per migliorare ulteriormente un già ottimo ed efficiente sistema stradale.

Fær Øer. (5 gennaio 2021). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 12 marzo 2021, 11:15 da it.wikipedia.org

Immagini Isole Faroer | Thor, Vedrid.fo

Procchio – Isola d’Elba

Procchio - Isola d'Elba
Vista su Procchio

Procchio è una rinomata stazione balneare dell’isola d’Elba, nel territorio comunale di Marciana.

Il toponimo Procchio è documentato a partire dal XVI secolo. La sua origine si fa tradizionalmente risalire al nome personale latino Proculus, ma recenti ipotesi lo farebbero derivare dall’aggettivo latino prociduus («basso, pianeggiante»).

Già frequentata dal Paleolitico (località Campo all’Aia), l’area pianeggiante di Procchio era anticamente caratterizzata da un insalubre stagno; sul soprastante Monte Castello si trovano i resti di una piccola fortezza d’altura d’epoca etrusca, mentre in località Castiglioncello (dalla metà del XX secolo il nome è mutato per fini turistici in La Paolina) esistono scarsi ruderi di età romana. Sul promontorio che chiude ad ovest la spiaggia di Procchio, chiamato Agnone (dal latino angulus, «angolo»), in età romana esisteva una cava di marmo cipollino. Nel 1799, durante gli scontri tra la popolazione elbana e i soldati francesi che stavano occupando l’isola, avvenne un sanguinoso assalto noto come la Battaglia di Procchio. Durante l’occupazione tedesca, nel 1943, la spiaggia fu tristemente nota per esser stata teatro del cosiddetto eccidio di Procchio.

La piccola nave, il cui naufragio avvenne intorno al 190 d.C. nel settore orientale della spiaggia (località Campo all’Aia – La Spiaggiola), conteneva merci assai eterogenee (blocchi di zolfo siciliano, anfore vinarie galliche, calici in vetro ed oro zecchino, portaprofumi con un prezioso tappo criselefantino raffigurante Dioniso e Pan) e rappresenta uno dei più importanti relitti finora scoperti nelle acque italiane. Il relitto era noto, sino alla metà del XX secolo, come Barca di Tacca, dal soprannome del presunto proprietario.

Sul promontorio roccioso della Punta del Porto, che chiude ad est la spiaggia di Procchio, si trova un antico edificio militare noto come La Guardiola. Attestato per la prima volta nel 1822, fu realizzato come uno dei numerosi posti armati del litorale elbano su probabili strutture d’avvistamento preesistenti. Successivamente divenne di pertinenza della Guardia di Finanza e durante la seconda guerra mondiale fu sede di un comando della Wehrmacht.

A Procchio nell’agosto del 1950 alcuni pittori (Giorgio de Chirico, Renzo Baraldi, Iginio Gonich detto Gonni, Beppe Lieto) istituirono, all’interno del ristorante Da Renzo, un cenacolo di artisti e letterati. Alle pareti del locale, gestito da Domenico Mazzarri, sono tuttora presenti dipinti murali di carattere allegorico dipinti dai pittori del gruppo. All’esterno, un’ironica raffigurazione napoleonica con la scritta Qui Napoleone il Grande non ha mai mangiato. Mai!

Poco tempo dopo, nel 1956, Lucio Fontana decorava una sala dell’Hotel del Golfo, con un’installazione sul soffitto poi acquistata dallo Stato e oggi al Museo del Novecento di Milano.

Procchio. (19 marzo 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 26 agosto 2020, 07:12 da it.wikipedia.org

Immagine | VirtualElba

Isola di Pianosa

Isola di Pianosa - Spiaggia di Cala Giovanna e Molo
Isola di Pianosa – Spiaggia di Cala Giovanna e Molo

Pianosa è un’isola situata nel mar Tirreno, che fa parte dell’Arcipelago Toscano nel parco nazionale omonimo.

Di dimensioni medie (10,3 km²) rispetto alle altre isole dell’arcipelago, si trova circa 13 km a sud-ovest dell’isola d’Elba, alla quale è collegata durante la stagione turistica con regolari servizi di navigazione, e tutto l’anno con Rio e Piombino grazie a Toremar. Inclusa nella provincia di Livorno e amministrata dal comune di Campo nell’Elba, Pianosa, come dice il nome stesso, è l’unica isola dell’arcipelago priva di alture e complessivamente pianeggiante (il punto più alto raggiunge i 29 metri). L’isola, di forma vagamente triangolare, frappone tratti di costa rocciosa a tratti sabbiosi, il principale dei quali è Cala San Giovanni (o Cala Giovanna), suggestiva spiaggia di sabbia bianca dove sono visibili anche i ruderi di una villa romana. Il suo territorio è in parte a macchia e in parte coltivato a viti e olivi.

Il clima dell’isola, al pari delle altre isole meridionali dell’Arcipelago Toscano, risulta quello caratterizzato da valori di temperatura media più elevata, sia stagionale che annuale, oltre che da un limitatissimo apporto precipitativo, con eventi meteorici concentrati soprattutto tra autunno e inverno seppur in modo spesso sporadico e limitato. Sull’isola la temperatura media di gennaio è di +10,9 °C, quella media di luglio è di +24,2 °C, mentre la temperatura media annua di +16,8 °C risulta la più elevata tra tutte quelle misurate nel territorio della Toscana da stazioni meteorologiche. Inoltre, il valore delle precipitazioni medie annue attorno ai 400 mm fanno dell’isola il luogo più siccitoso della regione e tra i più siccitosi d’Italia.

Nel 1856 venne istituita dal Granducato di Toscana la colonia penale agricola di Pianosa e furono inviati sull’isola i condannati destinati ad occuparsi dei lavori nei campi. Il carcere rimase in attività durante l’epoca fascista e vi fu detenuto dal 1931 al 1935 anche il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, incarcerato per motivi politici. Fino al 1965 vi scontavano la pena i detenuti ammalati di tubercolosi. Nel 1977 venne trasformato in penitenziario di massima sicurezza e la rimanente popolazione dell’isola venne evacuata. Nella struttura voluta dal generale Carlo Alberto dalla Chiesa vennero confinati inizialmente appartenenti a organizzazioni terroristiche e in seguito pericolosi esponenti delle mafie. Tra gli altri, vi vennero rinchiusi personaggi come Francis Turatello, Pasquale Barra e Renato Curcio. L’attività però venne a diminuire. Il 5 novembre 2009, l’allora ministro della giustizia del Berlusconi IV, Angelino Alfano, annunciò l’intenzione di riattivare pienamente il supercarcere, ma il giorno successivo, l’allora ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo annunciò che, contrariamente alle dichiarazioni del collega, il carcere non sarebbe stato riaperto.

Le attività dell’istituto sono cessate definitivamente nel 2011. Da quella data è terminato il divieto assoluto di sbarco che da un lato aveva impedito il turismo sull’isola, ma nel contempo aveva garantito il mantenersi intatto delle bellezze naturali. Rimane però una limitazione per i visitatori, che non possono superare il numero di 250 al giorno utilizzando il traghetto che effettua corse quotidiane partendo alle 10.00 da Marina di Campo sull’isola d’Elba e ritornandovi con partenza da Pianosa alle 17.00. Sull’isola possono trascorrere la notte alcuni turisti, poiché è stato ricavato un albergo di dieci camere dalla residenza del direttore della Colonia Penale realizzata nel XIX secolo. L’albergo è gestito da una cooperativa di volontari e da detenuti in regime di semilibertà del carcere di Porto Azzurro.

L’isola fa parte del Parco Nazionale dell’arcipelago Toscano. Un’associazione ne protegge l’aspetto e la zona marina, rendendola un luogo piacevole per gite e viaggi. Sono vietate, in tutta la sua zona marittima, la pesca, l’immersione, l’ancoraggio, la sosta, l’accesso e la navigazione se non sotto autorizzazione specifica. La visita diurna e guidata all’isola è possibile da aprile a ottobre in gruppi, con imbarco da Marina di Campo e Piombino. Nel 2009 è stato installato un radar hi tech con un ampio potere di controllo che può raggiungere anche le coste della Corsica e identificare anche piccoli natanti a salvaguardia del parco.

Isola di Pianosa (Toscana). (12 dicembre 2019). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 22 aprile 2020, 12:33 da it.wikipedia.org

Immagine | Info Elba