Nova Ponente

Vista panoramica dall'Hotel Obkircher di Nova Ponente
Vista panoramica dall’Hotel Obkircher di Nova Ponente
Nova Ponente - Vista sul Monte San Pietro
Vista sul Monte San Pietro

Nova Ponente (Deutschnofen in tedesco) è un comune italiano di 4 011 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige che si trova nella Val d’Ega.

Il toponimo è attestato in documenti latini come Nova nel 1175 e come Nova Teutonica nel 1209, in documenti tedeschi come Teuschennoeven e Teutschenofen nel 1336 e come Tawtschenofen nel 1411 deriva dal latino nova (“terreno messo a coltura da poco”) e teutonico (“tedesco”).

L’insediamento è sostanzialmente medioevale, dovuto alla colonizzazione in altura nell’epoca di Mainardo II, conte del Tirolo, tant’è che quasi tutti i masi compaiono per la prima volta citati nel grande censimento da lui operato nel 1288. Già nel 1434, la comunità di Nova Ponente, chiamata in un documento giudiziale „lewtte und gemainschaft von Tewtschenofen“, agisce quale aggregazione politica autonoma in una disputa sugli introiti intrattenuta con la famiglia nobiliare Botsch di Bolzano.

Il commercio con il legno era dal medioevo una delle fonti di ricchezza del luogo. Ne valga d’esempio che, nel 1614, legna fornita dal Tschufflerhof di Nova Ponente fu addirittura fornita per la costruzione del sottotetto del duomo di Bologna.

Lo stemma è troncato d’argento e rosso attraversato, da bordo a bordo, da un nodoso ramo nero. Il colore bianco simboleggia i giacimenti di dolomite ed il rosso quelli di porfido quarzifero; il ramo rappresenta la boscosità del comune. Lo stemma è stato adottato nel 1969.

Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture religiose
Chiesa dei Santi Udalrico e Volfango, chiesa parrocchiale.

Appartenenza linguistica
La sua popolazione è in larga maggioranza di madre lingua tedesca:

Per la sua attenzione a favorire il turismo sostenibile e la mobilità dolce, fa parte del consorzio delle Perle delle Alpi

Nova Ponente. (19 agosto 2021). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 27 agosto 2021, 13:34 da it.wikipedia.org

Immagini | Golf Club Petersberg e PanoCloud

Rifugio Stivo Prospero Marchetti

Rifugio Stivo Prospero Marchetti
Rifugio Stivo Prospero Marchetti

Il rifugio Stivo “Marchetti” è un rifugio situato in provincia di Trento a 2012 m s.l.m.

La costruzione del rifugio sul monte Stivo nasce da un’idea del dottor Vittorio Stenico che nel 1904, per paura che si verificasse “una seconda Tuckett” (vennero costruiti due rifugi, uno dagli italiani e uno dagli austriaci) decise di intervenire con la S.A.T. acquistando il diritto di costruzione sui pascoli dei fratelli Finotti posti in vetta allo Stivo. La progettazione fu affidata all’allora podestà di Arco Carlo Marchetti, mentre dell’esecuzione dei lavori fu incaricato Giacomo Martinelli che iniziò nel 1905 per terminare l’anno successivo con l’inaugurazione tenutasi il 7 ottobre. Il rifugio venne così intitolato a Prospero Marchetti, arcense, cofondatore nel 1872 insieme a Nepomuceno Bolognini ed altri trentini della S.A.T., nonché primo presidente.

Nella sua storia l’edificio fu sottoposto a varie ristrutturazioni, modernizzazioni e ampliamenti. Gli ultimi lavori furono eseguiti nel 2011 con il rinnovo dell’impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, sufficiente al fabbisogno della struttura, e tra il 2016 e il 2017 con una ristrutturazione più ampia che ha comportato alla chiusura completa del rifugio.

Il rifugio può ospitare all’interno 50 coperti, rimangono a disposizione tavoli e panche per pasti al sacco. Inoltre dispone di 23 posti letto suddivisi in più camere. Durante i lavori effettuati tra il 2016 e il 2017 furono ulteriormente potenziati il deposito di acqua piovana e l’autosufficienza energetica con fonti rinnovabili.

Accesso
Difficoltà E (Escursionistico) percorso su sentiero o mulattiera ben tracciati e segnalati. Richiede comunque attrezzatura adeguata e allenamento.

  • da passo Bordala prima per stradina, poi per sentiero (segnavia 623) raggiungere Cima Bassa, 1684 m, verso sud portarsi alla Bocchetta dello Stivo, 1680 m, e per sentiero 617 al rifugio. Località di partenza: Passo Bordala, quota di partenza: 1253 m, dislivello: 759 m, tempo di percorrenza: 2.20 h
  • da passo S.Barbara si sale per strada e sentiero 608/b fino al raccordo con il sentiero 608 che sale dalla Capanna all’Alpino al Monte Velo, 1020 m, per poi raggiungere i pascoli di Malga Stivo, 1768 m, e il rifugio. Località di partenza: Passo Santa Barbara, quota di partenza: 1220 m, dislivello: 792 m, tempo di percorrenza: 2.20 h
  • da Malga Campo Arco, raggiungibile per strada dalla Val di Cavedine si segue il sentiero 623 fino alla Cima Bassa, 1684 m, quindi come itinerario a). Località di partenza: Malga Campo di Arco, quota di partenza: 1379 m, dislivello: 633 m, tempo di percorrenza: 2.00 h

Accesso invernale da passo Santa Barbara si sale per strada e sentiero 608/b fino al raccordo con il sentiero 608 che sale dalla Capanna all’Alpino al monte Velo, 1020 m, per poi raggiungere i pascoli di malga Stivo, 1768 m, e il rifugio.

Ascensioni
La cima del monte Stivo è facilmente raggiungibile in pochi minuti dal rifugio. Sulla sommità vi è una croce e un osservatorio con indicate le più importanti cime circostanti e i maggiori gruppi montuosi. Nelle giornate particolarmente limpide è possibile ammirare oltre le numerosissime cime del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto e della Lombardia addirittura la laguna del mare Adriatico, la vetta del Similaun, l’Appennino ligure e l’Appennino tosco-emiliano.

Traversate
Alle Viòte del monte Bondone (rifugio Viote, ex fratelli Tambosi), 1539 m per le creste. Seguendo il sentiero 617 si raggiunge prima Cima Bassa, 1684 m, poi il Palon, 1916 m, la Rocchetta, 1667 m, la Becca, 1578 m, il Cornetto, 2180 m, da cui per sentiero 607 si scende alla conca delle Viòte. (6 ore; EE).

Rifugio Stivo Prospero Marchetti. (23 novembre 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 2 febbraio 2023, 09:10 da it.wikipedia.org

Immagine | Rifugio Stivo

Villabassa in Val Pusteria

Villabassa in Val Pusteria
Villabassa in Val Pusteria

Villabassa (Niederdorf in tedesco) è un comune italiano di 1 611 abitanti che si trova in Alta Pusteria, nella provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige.

Tra il paese di Villabassa e quello di Monguelfo si trova lo svincolo per la valle di Braies, dove si può raggiungere anche il lago di Braies.

Presso il paese ha inizio il sentiero dell’Alta via n. 3, che arriva fino a Longarone.

Il toponimo è attestato come Nidrindorf, Niederdorf, Nyderdorf dal 993/94-1005 e deriva dal tedesco nieder (“basso”) e Dorf (“villaggio”). Il toponimo italiano, adottato nel periodo fascista, altro non è se non una traduzione letterale di quello tedesco.

Il comune confina con il territorio dell’area protetta del parco naturale Fanes – Sennes e Braies.

A Villabassa si trova lungo il corso della Rienza un parco del benessere, con un apposito impianto che sfrutta la teoria di Sebastian Kneipp sull’idroterapia. L’accesso al parco è a pagamento.

Sempre qui si è recentemente (autunno 2010) aperto un impianto inalatorio all’aperto, il primo in Italia, assieme ad un padiglione, entrambi finanziati dal progetto IV Italia/Austria “Kneipp Alp” Nr. 2301.

Villabassa conobbe uno sviluppo turistico molto anteriore a quello dei centri vicini. Il merito viene di solito attribuito al fatto che tradizionalmente gli abitanti di Villabassa si dedicavano al trasporto, non solo con le carrozze, ma anche con i muli, sulle strade dell’epoca e il loro paese era pertanto diventato il luogo di sosta per cambiare mezzo di trasporto. Da questa tradizione sbocciò la figura della signora Emma Hellenstainer, allora la più rinomata “ostessa” non solo della valle, ma forse d’Europa: la società nobiliare di fine Ottocento si dava appuntamento nella sua locanda.

In suo onore nel 2004, centenario della sua morte, si è tenuta una mostra con rievocazione degli oggetti presenti allora negli alberghi. Fra i ricordi che appartengono quasi alla leggenda del sorgere del turismo in senso moderno, c’è l’aneddoto che bastava citare nell’indirizzo “Frau Emma in Europa” e qualsiasi lettera, anche dalle regioni del mondo più lontane, arrivava a Villabassa – hotel Aquila Nera (lo Schwarzer Adler), appunto l’albergo che la signora Emma aveva portato a fama internazionale.

Quegli anni coincisero con l’apertura della ferrovia della Val Pusteria e la riconversione dell’attività degli abitanti di Villabassa (per primo il marito della signora Emma) dall’attività di vetturino a quella di addetto ai servizi per i turisti.

Villabassa è servita dalla ferrovia della Val Pusteria attraverso la stazione di Villabassa-Braies-Val di Braies.

Villabassa. (12 luglio 2022). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 3 novembre 2022, 13:06 da it.wikipedia.org

Immagine | foto-webcam.eu